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FINMECCANICA, GUAI PER ORSI INDAGINI SULLE COMMESSE IN INDIA Si parla già di successione con Franco Bernabè (Telecom)


Fatto Quotidiano 3/03/2012 di Valeria Pacelli
Giuseppe Orsi è alla guida di Finmeccanica soltanto da pochi mesi ma già si parla di un imminente
cambio al vertice. Non tanto per ragioni industriali quanto per lo sviluppo di alcune vicende giudiziarie. Il presidente di Telecom Italia Franco Bernabé è stato contattato per una successione a breve ma, per il momento, ha declinato l’i nv i t o perché vuole completare il lavoro nell’azienda telefonica. Ma le cose potrebbero cambiare in fretta se, come raccontano in molti da Finmeccanica, in alcune vicende giudiziarie arrivasse una svolta che in molti si attendono, viste le indiscrezioni uscite in questi ultimi giorni.
COME IL SUO p re d e c e s s o re Pier Francesco Guarguaglini, anche Orsi ha le sue grane in tribunale, ma per il momento non risulta indagato. A Napoli, al centro delle indagini c’è l’Agusta Westland, controllata di Finmeccanica che produce elicotteri. Prima di sostituire Guarguaglini alla presidenza del gruppo, Orsi era l’amministratore delegato di Agusta che è protagonista di due
diversi filoni di inchiesta. Di uno di questi si discute da giorni sulla stampa indiana, complice il clima di tensione tra i due Paesi per la vicenda dei marinai italiani incarcercati. Al centro della vicenda c’è una cospicua commessa dal valore di almeno 560 milioni di euro di Agusta in India, contratto firmato nel maggio 2010
Un elicottero Agusta. In alto Giuseppe Orsi (FOTO ANSA)
dall’amministratore delegato Orsi. In quei giorni la società di Finmeccanica si aggiudica una gara per la vendita di dodici elicotteri Agusta Westland 101, modelloVip, allestiti per il trasporto di personalità di governo, sbaragliando diverse società concorrenti, come la statunitense Sikorsky Aircraft Corporation
che era intenzionata a mettere su piazza i suoi elicotteri S-92.?Ma questo affare, come anche altri, è finito sotto l’osser vazione dei pm Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e Francesco Curcio e ha attirato l’atten zione perfino delle autorità indiane. Infatti pochi giorni fa il ministro della Difesa indiano,
Antony Ak, ha chiesto al segretario generale della Difesa Shashi Kant Sharmit di accertare se ci furono episodi di corruzione per la stipula del contratto che Agusta Westland firmò nel 2010 con la Indian Air Force. Inoltre nell’ambito delle indagini napoletane sarebbero state richieste in via informale alle autorità indiane alcune conferme circa le trattative che portarono alla stipula della commessa. Di questo nuovo affare, finito nel mirino della magistratura, secondo alcune indiscrezioni avrebbe parlato Lorenzo Borgogni, ex direttore generale delle relazioni esterne di Finmeccanica, interrogato più volte sia a Napoli che a Roma. Dal capoluogo campano, però, proprio partendo dalle testimonianze di Borgogni, gli inquirenti stanno cercando di capire se dietro quel giro di denaro si nascondessero fondi neri utilizzati per versare denaro a politici o a manager. Così si è creato un filo rosso tra Napoli e Nuova Delhi: l’ipotesi di una corruzione internazionale. Ma da piazza Monte Grappa dicono: in India tutto regolare, ”nessuna comunicazione è stata notificata a società e dirigenti del gruppo né in Italia né in India”.
MA OLTRE all’appalto per gli elicotteri da mezzo miliardo, ci sono anche altre commesse che Finmeccanica e le sue consociate hanno firmato negli ultimi anni e che la magistratura sta vagliando. Come il contratto della
C’è il sospetto di tangenti, il governo indiano vuole chiarimenti, l’azienda: tutto regolare.
Selex Sistemi Integrati con la società statale Cochin Shipyard Limited, per la fornitura di radar navali per le portaerei della marina indiana in costruzione nei cantieri di Kochi. Oppure quello della stessa Finmeccanica, che ha già fornito tre sistemi di comando e controllo per le fregate di classe Brahmaputra e il sostegno supplementare logistico, oltre che la fornitura dei radar e dei sistemi per il controllo del traffico aereo da installare negli aeroporti delle città indiane del sud.
MA C’È ANCHE un altro affare che coinvolge Orsi. Sarebbe stato sempre Lorenzo Borgogni a parlare e a citare un politico importante, Marco Reguzzoni, deputato della Lega Nord fedelissimo di Umberto Bossi, e varesotto come Orsi, considerato al momento della nomina come molto ben visto dal mondo leghista. Orsi, quando era a capo di Agusta, trasferisce parte dell’attività dell’azienda in capannoni industriali vicino a Malpensa, nei dintorni di Varese, di proprietà di imprendiotri che, secondo quanto ha detto Borgogni, sarebbero vicini a Reguzzoni. Visto che l’affitto di quegli immobili è molto elevato i pm stanno verificando se il prezzo sia congruo o non nasconda una sovvenzione occulta. In un’intervista a Re pubblica, lo scorso novembre, Borgogni parla di questo affare e alla domanda se il trasferimento delle attività di Agusta in zona Malpensa fosse un favore per l’uomo della Lega, Borgogni si limita a dire: “Non posso andare oltre, è un argomento oggetto di domande e approfondimento dei pm”. Reguzzoni ha subuito annunciato querela. Èd è sempre Borgogni a parlare della parentopoli in Agusta, quando alla guida c’era Orsi: cita il figlio del senatore Pd Nicola Latorre, poi il fratello del leghista Giancarlo Giorgetti, e la figlia del banchiere (a lungo vicino alla Lega) Massimo Ponzellini, tutti assunti nella controllata.

La peste Europea MES, il Meccanismo di Stabilità Europea e L’Aspen Istitute(Messora)

IL DECLINO DEI PARTITI E IL POTERE ECONOMICO” (Nadia Urbinati).

IL DECLINO DEI PARTITI E IL POTERE ECONOMICO” (Nadia Urbinati)..

Presadiretta – Malaroma

Presadiretta – Malaroma.

CHI E’ GEORGE SOROS?(un noto finanziere travestito da filantropo a favore delle strategie economiche degli Stati Uniti)


preso da http://www.movisol.org/soros1.htm
Sì ho una politica estera: il mio obiettivo è divenire la coscienza del Mondo.”
(1)
Non si tratta per nulla di un caso di narcisismo acuto della personalità; ecco infatti, come George Soros applica oggi il potere dell’egemonia degli USA nel mondo.
Le istituzioni di Soros e le sue macchinazioni finanziarie sono in parte responsabili della distruzione del socialismo in Europa dell’Est e nell’ex URSS. Ha gettato la sua attenzione anche sulla Cina. Ha preso anche parte a tutte le operazioni che sono sboccate nello smantellamento della Jugoslavia. Mentre si da arie da filantropo, il ruolo del miliardario George Soros consiste nel rinserrare la presa ideologica della globalizzazione e del Nuovo ordine mondiale assicurando la promozione del proprio profitto finanziario. Le operazioni commerciali e “filantropiche” di Soros sono clandestine, contraddittorie e coattive. E, per ciò che riguarda la sue attività economiche, egli stesso ammette che non ha coscienza, in quanto capitalista è assolutamente amorale.

Maestro della nuova arte della corruzione che inganna sistematicamente il mondo, con accesso agli uomini di stato che lo ascoltano. È stato vicino a Henry Kissinger, Vaclav Havel e al generale polacco Wojciech Jaruzelski.(2) Sostiene il dalai lama, il cui istituto si trova a Presidio, San Francisco, che ospita, tra l’altro, la fondazione diretta dall’amico di Soros, l’ex dirigente sovietico Mikhail Gorbachev.(3)

Soros é una figura di punta del Consiglio delle Relazioni estere, del Forum economico mondiale e di Human Rights Watch (HRW). Nel 1994, dopo un incontro con il suo guru filosofico, Sir Karl Popper, Soros ordinava alle sue società di mettersi a investire nelle comunicazioni in Europa centrale e dell’Est.
L’amministrazione federale della radiotelevisione della Repubblica ceca ha accettato la sua offerta di riprendere e finanziare gli archivi di Radio Free Europe. Soros ha trasferito i suoi archivi a Praga e ha speso più di 15 milioni di dollari per i loro spettacoli.(4) Congiuntamente con gli USA, una fondazione Soros dirige oggi Radio Free Europe/Radio Liberty, che ha esteso le sue ramificazioni al Caucaso e in Asia.(5)

Soros è il fondatore e il finanziatore dell’Open Society Institute. Ha creato e sostenuto il Gruppo internazionale di Crisi (GIC) che, tra l’altro è attivo nei Balcani dopo lo smantellamento della Jugoslavia. Soros lavora apertamente con l’Istituto Americano per la Pace – un organo ufficialmente riconosciuto dalla CIA.
Quando le forze ostili alla globalizzazione protestavano sulle strade attorno il Waldorf-Astoria, a New York, nel febbraio 2002, George Soros era all’interno e teneva un discorso davanti il Forum economico mondiale. Quando la polizia premeva i manifestanti nelle gabbie metalliche a Park Avenue, Soros vantava le virtù d’una “società aperta”, unendosi così a Zbigniew Brzezinski, Samuel Huntington, Francis Fukuyama e altri.

Chi è questo tipo?

George Soros è nato in Ungheria nel 1930 da genitori ebrei così lontani dalle loro radici che passarono, una volta, le vacanze nella Germania nazista.(6) Soros visse sotto il regime nazista ma, al momento del trionfo dei comunisti, andò in Inghilterra nel 1947. Lì, alla London School of Economics, subì l’influenza del filosofo Karl Popper, un ideologo anticomunista adulato il cui insegnamento costituì la base delle tendenze politiche di Soros. È difficile trovare un discorso, un opera o un articolo di Soros che non obbedisca all’influenza di Popper.

Nel 1965, Popper inventò lo slogan della “Società aperta”, che si ritroverà più avanti nella Open Society Fund and Institute di Soros. I discepoli di Popper ripetono le sue parole come dei veri credenti. La filosofia di Popper incarna perfettamente l’individualismo occidentale. Soros lasciò l’Inghilterra nel 1956 e trovò lavoro a Wall Street dove, negli anni ’60, inventò i “fondi di copertura”: “I fondi di copertura soddisfacevano gli individui assai ricchi (…) I fondi in gran parte segreti, servivano abitualmente a fare degli affari in luoghi lontani (…) producevano dei profitti astronomicamente superiori. L’ammontare degli ‘impegni’ mutavano spesso in profezie che si autorealizzavano: ‘le voci circolavano a proposito d’una situazione di acquisto che, grazie agli enormi fondi di copertura, incitavano altri investitori a sbrigarsi a fare lo stesso, cosa che a sua volta aumentava le azioni degli operatori di copertura.”(7)

Soros creò il Quantum Fund nel 1969 e iniziò a manipolare le monete. Negli anni ’70, le sue attività finanziarie scivolavano verso “l’alternanza tra le situazioni a lungo e a corto termine (…) Soros iniziò a guadagnare sulla crescita dei trusts d’investimento nell’immobiliare e sui loro successivi fallimenti. Durante i suoi venti anni di gestione, la Quantum offrì dei profitti clamorosi del 34,5% in media all’anno. Soros è particolarmente noto (e temuto) per le sue speculazioni sulle monete. (…) Nel 1997, si vide assegnare una distinzione rara facendosi chiamare scellerato da un capo di stato, Mahathir Mohamad, della Malaysia, per avere partecipato a un raid particolarmente vantaggioso contro la moneta del paese.”(8)

È attraverso tali “giochetti” finanziari clandestini che Soros divenne multimiliardario. Le sue società controllano l’immobiliare in Argentina, Brasile e in Messico, la banca in Venezuela e appaiono in molte delle più vantaggiose transazioni monetarie, facendo nascere la credenza generale che i suoi amici più potenti l’abbiano aiutato nelle sue avventure finanziarie, e ciò per delle ragioni tanto politiche che economiche.(9)

George Soros è stato accusato di aver fatto naufragare l’economia tailandese nel 1997.(10) Un attivista tailandese dichiarò: “consideriamo George Soros come une sorta di Dracula. Succhia il sangue del popolo.”(11) I cinesi lo chiamano “il coccodrillo” per i suoi sforzi economici e ideologici in Cina, che non erano mai sufficienti, e perché le sue speculazioni finanziarie hanno generato milioni di dollari di profitto quando mise le zampe sulle economie tailandese e Malese.(12)

In un giorno Soros guadagnò un miliardo di dollari speculando (una parola che detesta) sulla sterlina inglese. Accusato di prendere “denaro dai contribuenti ogni volta che speculava contro la sterlina”, aveva risposto: “Quando voi speculate sul mercato finanziario, non badate alle preoccupazioni morali cui si deve confrontare un uomo d’affari ordinario. (…) Non mi preoccupo di questioni morali nel mercato finanziario.”(13)

Soros é schizzofrenicamente instabile quando si tratta di arricchirsi personalmente in modo illimitato e prova un perpetuo desiderio d’essere ben considerato dagli altri: “I commercianti di monete seduti nei loro uffici comprano e vendono divise dei paesi del terzo mondo in grande quantità. L’effetto delle fluttuazioni dei corsi sulle persone che vivono in questi paesi non favorisce il loro spirito. Non si dovrebbe farlo più: hanno un lavoro da fare. Se ci fermiamo a riflettere, noi dobbiamo porci la questione di sapere se i commercianti di divise (…) debbano controllare la vita di milioni di persone.”(14)

È George Soros che ha salvato la pelle di George W. Bush quando la gestione della sua società di prospezioni petrolifere era sul punto di risolversi in un fallimento. Soros era il proprietario della Harken Energy Corporation e lui aveva comprato lo stock delle azioni in ribasso poco prima della fine della società. Il futuro presidente liquidò quasi un milione di dollari. Soros dichiarò che aveva agito i quel modo per avere “influenza politica”.(15) Soros é ugualmente un partner della tristemente celebre Carlyle Group. Ufficialmente fondata nel 1987, la “più importante società privata per azioni del mondo”, che gestisce più di 12 miliardi di dollari, é diretta da “un vero pugno mondano di ex dirigenti repubblicani”, dall’ex membro della CIA, Frank Carlucci, fino al capo della CIA ed ex presidente George Bush padre. Il Carlyle Group trae la maggior parte delle sue entrate dalle esportazioni di armi.

La spia filantropa

Nel 1980, Soros comincia a utilizzare i suoi milioni per combattere il socialismo in Europa dell’Est. Finanzia degli individui suscettibili di cooperare con lui. Il suo primo successo, l’ottiene in Ungheria. Attacca il sistema educativo e culturale ungherese, smantellando il sistema statale socialista di tutto il paese. Si apre un canale direttamente all’interno del governo ungherese. In seguito, Soros si volse alla Polonia, contribuendo all’operazione Solidarnosc, finanziata dalla CIA, e, lo stesso anno, estende le sue attività in Cina. L’URSS venne dopo.

Non era un caso se la CIA ha condotto delle operazioni in tutti da questi paesi. Il suo obiettivo era ugualmente la stessa di quella dell’Open Society Fund: smantellare il socialismo. In Africa del Sud, la CIA addestrava dei dissidenti anticomunisti. In Ungheria, in Polonia e in URSS, tramite un intervento non dissimulato condotto a partire dalla Fondazione nazionale per la Democrazia, l’AFL-CIO, l’USAID e altri istituti, la CIA sosteneva e organizzava gli anticomunisti, gli stessi tipi d’individui reclutati dalla Open Society Fund di Soros. La CIA li chiamava i suoi “assi nella manica”. Come dice Soros: “in ogni paese ho identificato un gruppo di persone – certe sono delle personalità di primo piano, altri sono meno noti- che sostengono la mia fede…”(16)

L’Open Society di Soros organizzava delle conferenze con degli anticomunisti cechi, serbi, romeni, ungheresi, croati, bosniaci, kossovari.(17) la sua influenza crescente fece sospettare che operasse in quanto parte del sistema spionistico USA. Nel 1989, il Washington Post riportava le accuse fatte già nel 1987 da ufficiali del governo cinese e pretendenti che il Fondo di Soros per la Riforma e l’Apertura della Cina aveva delle connessioni con la CIA.

Tra il 2007 e il 2010 la Federal Reserve ha prestato a banche e Governi 16 trilioni di dollari a tasso zero. L’operazione è emersa grazie alla ricerca di due senatori


Redazione
La Federal Reserve e il corrispondente americano della Banca d’Italia, storia di un incredibile prestito a tasso zero alle banche.
di Giulietto Chiesa – 22 Agosto 2011 da GiuliettoChiesa.it
Udite, udite, o signori e signore che leggete i giornali dei finanzieri di tutto il mondo, (cioè i “loro giornali”, cioè tutti i giornali del mainstream, e naturalmente tutte le televisioni del mainstream) adesso scoprirete il segreto, uno dei segreti, forse il più importante dei segreti, che sta dietro la crisi della finanza mondiale. Credevate che la Grecia fosse la pietra dello scandalo e che i greci, questi spendaccioni corrotti, dovessero essere salvati, sì, ma insieme privati della loro sovranità nazionale, come gli italiani, del resto, e i portoghesi e gli irlandesi?

Vi sbagliavate, ma non è colpa vostra. Le cose stanno diversamente, e tenetevi forte alle vostre sedie. Scoprirete anche come la più grande democrazia del mondo (senza scherzi, sto parlando di quella americana!) è in grado di guardarsi dentro (quasi) fino in fondo. E questo è un bene. Salvo naturalmente il fatto che nessuno lo saprà. E questo è un male. Eccetto io e voi che leggete queste righe elettroniche (questa roba non andrà mai sulla prestigiosa carta dove scrivono De Bortoli, Riotta, Pigì Battista e altri tristanzuoli che vi hanno raccontato e vi raccontano frottole tutti i giorni). Prima di tutto la fonte, perchè non abbiate a sospettare che si tratti del solito trucco di un Government Accountability Office “complottista” inveterato. La fonte è più che ufficiale, unica e irripetibile: GAO Audit (Government Accountability Office). Il Governo è quello degli Stati Uniti d’America. L’Audit è parola inglese che sta per verifica contabile. L’Audit di cui si parla è il primo che sia stato mai effettuato da mano umana (non possiamo escludere il buon Dio) sull’attività della Federal Reserve nei quasi cento anni della sua storia.

Voi direte, stupiti: ma come è possibile? Mai nessuno è andato a guardare dentro quei conti? Risposta esatta, mai nessuno. La Federal Reserve è stata una riserva di caccia al di sopra di ogni controllo. La seconda domanda che vi porrete è: ma perchè proprio adesso? Il fatto è, capirete, che gira il mondo un sacco di gente sospettosa. E costoro sono malfidati: visti i risultati vorrebbero dare un’occhiata alla cassaforte. Così è accaduto un accidente imprevisto. All’inizio quelli che stavano dentro la cassaforte hanno pensato: che guardino pure, intanto non ci capiranno niente. Invece quei temerari hanno capito fin troppo bene. E’ andata così, che Ron Paul e Alan Grayson hanno fatto passare un emendamento alla legge Dodd-Frank che consentiva di fare l’inaudito: controllare i conti della Federal Reserve. Al Senato Usa erano distratti in quel momento.
Detto fatto, due senatori fuori del comune (cioè con le rotelle non del tutto a posto, come vedremo) hanno fatto la ricerca: la storia meriterebbe che i loro nomi restassero scolpiti come i profili dei presidenti sul Mount Rushmore (se non ricordo male, e non chiedetemi di perdere tempo a verificare sul web). Si chiamano Bernie Sanders, indipendente, e Jim DeMint, repubblicano.

Aperto il vaso di Pandora è successo un finimondo. Ma, per così dire, “al chiuso”. Ben Bernanke, attuale portiere della Federal Reserve ha protestato veementemente, seguito a ruota dal predecessore Alan Greenspan, e da altri banchieroni tutti mondiali, e tutti beneficiari, come vedremo, di donazioni varie e gratuite. “Che effetto avrebbero sui mercati del pianeta certe scoperte?”, hanno detto. “Bloccare tutto, fermare, insabbiare!”.
Se queste cose le leggete per la prima volta vuol dire che ci sono riusciti, fino ad ora. Il fatto è che il senatore Sanders è uno svitato e ha messo tutto, pixel su pixel, sulla sua web page. E la frittata non è più riparabile. Per meglio dire: si ordinerà a tutto il mainstream di tacere e nascondere. E magari di pubblicare tutte le storie delle eventuali amanti di Sanders, o di svelare quanti conti in banca ha, e magari se ha sodomizzato il suo cuoco, o ha una collezione di foto pedofile. Cosicchè della faccenda dell’audit della Federal Reserve non ne sentirà parlare nessuno, o quasi. Ma Sanders, DeMint e il buon Dio ci permettono comunque, a noi, che parte del mainstream non siamo, di raccontarvi cosa è venuto fuori. Che è una storia niente male, che, se il mainstream non fosse la cloaca che è, potrebbe perfino metterla in prima pagina. E veniamo al dunque, scusandoci con i lettori se abbiamo fatto in apertura come fece Dostoevskij nel presentare i suoi “Fratelli Karamazov”, cioè scrivendo un romanzo per introdurne un altro.

Le cifre dunque ci dicono che, tra il dicembre 2007 e il giugno 2010, senza che nessuno sapesse niente, cioè segretamente, la Federal Reserve ha tolto dal brago banche, corporations, governi sotto diverse latitudini e longitudini, dalla Francia alla Scozia, e chissà fin dove è arrivata la sua “beneficenza”, con la non modica cifra di 16 mila miliardi di dollari, cioè sedici trilioni di dollari. Tutto questo ben di Dio sarebbe stato collocato sotto la vocina di bilancio di un “programma onnicomprensivo di prestiti”. Ma nessuno, nemmeno il Congresso americano ne è stato informato. Di quei 16 trilioni non un dollaro è ritornato indietro. Eppure sono stati prestati – pensate o lettori ignari – a tasso zero, cioè gratis et amore dei. Per avere un’idea della cifra, se ancora non avete avuto il capogiro, basti pensare che il prodotto interno lordo annuale degli USA si aggira attorno a 14,2 trilioni e che il debito complessivo degli Stati Uniti viaggia sui 14,5 trilioni. Dunque, concludendo, un gruppo di banchieri, che non sono stati eletti da nessuno, prende decisioni di portata mondiale, compra e ricatta governi, banche corporations. Perchè lo fanno? Perchè il sistema è esploso e va al collasso, e loro lo drogano con denaro finto, perchè possa continuare a funzionare. E – cosa non meno importante – in questo modo si mettono in condizione di minacciare ricattare, condizionare, sostituire governi e ministri di tutto il mondo. Siamo alla dittatura di un superclan semi criminale, che complotta usando denaro fittizio (da dove credete siano usciti quei 16 trilioni se non dalle “stamperie” segrete della Federal Reserve? Tenendo conto anche che quei soldi non occorre stamparli, ma li si può creare dal nulla schiacciando qualche tasto di un computer). Dunque adesso sappiamo che il famoso TARP (Troubled Asset Relief Program), fissato in 800 miliardi di dollari, era una balla al ribasso, buona per i mercati e per non fare esplodere la protesta dei contribuenti americani. Lo chiamarono (libera traduzione mia) “Programma di salvaguardia degli assetti tossici”. E, in effetti fu proprio un programma per salvare quegli assetti.

Li comprarono perchè non si scoprisse che erano velenosi. Valevano zero, ma vennero acquistati in denaro sonante. Salvarono i truffatori. Il pubblico fu indotto a pensare che questo servisse a qualche scopo. L’unico scopo era di finanziare i truffatori. Che sono gli stessi che ora esigono di essere nuovamente pagati per i crediti illegali (tossici appunto) che erogarono. Solo che la cifra fu venti volte più grande.
Dove sono andati e a chi, e quanto? Adesso sappiamo tutto. C’è l’elenco, eccolo:

Citigroup: $2.5 trillion ($2,500,000,000,000)
Morgan Stanley: $2.04 trillion ($2,040,000,000,000)
Merrill Lynch: $1.949 trillion ($1,949,000,000,000)
Bank of America: $1.344 trillion ($1,344,000,000,000)
Barclays PLC (United Kingdom): $868 billion ($868,000,000,000)
Bear Sterns: $853 billion ($853,000,000,000)
Goldman Sachs: $814 billion ($814,000,000,000)
Royal Bank of Scotland (UK): $541 billion ($541,000,000,000)
JP Morgan Chase: $391 billion ($391,000,000,000)
Deutsche Bank (Germany): $354 billion ($354,000,000,000)
UBS (Switzerland): $287 billion ($287,000,000,000)
Credit Suisse (Switzerland): $262 billion ($262,000,000,000)
Lehman Brothers: $183 billion ($183,000,000,000)
Bank of Scotland (United Kingdom): $181 billion ($181,000,000,000)
BNP Paribas (France): $175 billion ($175,000,000,000)

E molte altre banche minori che qui non staremo a citare. Chi volesse sapere i dettagli può andarseli a vedere qui, qui, e qui.
Adesso ci è più chiaro chi sono i nove banchieri che si ritrovano, assieme ai loro complici, in qualche ufficio di Wall Street, o a bordo di qualche nave, una volta al mese per complottare contro le nostre vite, il nostro lavoro, il nostro futuro. Sicuramente sono tutti fedeli partecipanti alle riunioni del Gruppo Bilderberg e della Trilaterale. In un mondo bene ordinato bisognerebbe che venissero arrestati, su mandato, per esempio, della Corte Penale Internazionale. Ma chi ha il potere di spiccare un tale mandato, visto che i governi europei sono tutti complici di questi balordi? Ai quali si dovrebbe aggiungere i dirigenti delle agenzie di rating che non potevano non sapere e che sono state e sono parte della macchinazione. Danno i voti a tutti, e decidono chi è fedele e chi non lo è alle loro operazioni da scassinatori; sorvegliano e fanno il palo prima che arrivi l’opinione pubblica. E questa non può arrivare perchè non sa niente. E non sa niente perchè giornali e tv mentono e distraggono milioni e miliardi di spettatori. Da quei pulpiti ci viene l’accusa di avere troppo consumato. Ma quei pulpiti, materialistici per eccellenza, continuano a spingerci a consumare ancora. E’ il delirio dei balordi.

Come difenderci? Organizzarci per rispondere. Il debito che hanno creato se lo paghino loro, se ci riescono. L’attacco alle nostre condizioni di vita dobbiamo respingerlo. Certo che ricorreranno alla forza, come sta facendo il cameriere Cameron dopo i tumulti di Londra. Come Berlusconi e Fassino stanno facendo con i No Tav della Val di Susa. Ma se milioni di europei capiranno che è giunto il momento di difendersi, partendo dalla difesa del proprio territorio (dove per territorio s’intende tutta la nostra vita, a partire dal nostro cervello e dalla nostra salute), li potremo sbalzare di sella. Dove abitiamo noi, loro sono più deboli e noi quasi invincibili. Se ci organizziamo. Tertium non datur: o li sbalziamo di sella o loro ci distruggeranno. Sicuramente molti di noi, insieme ai milioni che non si possono difendere. Ci porteranno via gli ultimi residui di democrazia, ci renderanno schiavi. Vogliono cancellare la storia di 150 anni di diritti conquistati. Sono la peste moderna. Se vogliamo guarire dobbiamo rispondere alla loro dichiarazione di guerra.

Costo della vita Cgia: i settori riformati incidono sul 15%(presi dai dati istat)

Redazione
I dati sono stati presi Cgia di Mestrè che li elabora per l’Istat.
redazione del Fatto Quotidiano del 21/01/2012
I settori che il governo s’appresta a liberalizzare incidono su circa il 15% della spesa media di una famiglia italiana. La stima
esce da un’analisi che la Cgia di Mestre ha fatto calcolando il peso sul bilancio familiare delle voci interessate dal provvedimento che il governo Monti presenterà nelle prossime ore. A fronte di una spesa media annua complessiva pari a 29.520 euro, i beni e i
servizi che saranno liberalizzati hanno un valore economico di poco inferiore ai 4.500 euro (precisamente 4.437), pari al 15% della spesa totale. Difficile anche per la Cgia dire quanto le famiglie potrebbero risparmiare dall’apertura al mercato dei vari settori, visto che le liberalizzazioni all’“italiana” fatte in passato – osservano gli artigiani mestrini non hanno sortito effetti positivi per i consumatori.
La Cgia ricorda che solo per i medicinali e i servizi telefonici la deregolamentazione ha portato vantaggi economici. Nel primo caso, tra il 1995 ed oggi, i prezzi sono diminuiti del 10,9%, a fronte di un aumento del costo della vita del +43,3%. Nel secondo caso, tra il 1998 ed il 2011, le tariffe sono diminuite del 15,7%, mentre l’inflazione è aumentata del 32,5%

Come le multinazionali governano il mondo – L’esempio della Nestlé(preso dal documentario di Karl Otrok “We feed the World”)


Redazione
Pezzi presi dal ducumentario di Carl Otrok “We feed the World
la Nestlè è la più grossa multinazionale alimentare del mondo, 276.000 addetti per un fatturato di 65 miliardi di dollari, questi colossi si muovono sul meccanismo spietato del mercato sotto la spinta degli investitori, tendono ad espandersi anche se non c’è una richiesta così forte del a livello mondiale dei loro prodotti con quello che ne consegue che spingono la crescita dei consumi all’eccesso in mercati dove non c’è la necessità o come nel caso dell’acqua il loro intervento in Africa ha aumentato il costo dell’acqua perchè trattata e rivenduta da una azienda privata il che fa aumentare i costi e ne riduce l’accessibilità alle popolazioni .
mercato dell’acqua e dei profitti
Come fa notare Carl Otrok il vero scopo e massimizzare il profitto, attraverso la pubblicità danno un immagine naturale ai loro prodotti come se fossero presi direttamente dai campi(e questo attira la gente)
in realtà come dice lo stesso Presidente della Nestlè il loro prodotti sono sempre elaborati anche se nel caso del biologico in modo corretto.
pezzo del documentario Intervista al Presidente delle Nestlè

Usa, Harrington svela gli inganni delle agenzie di rating

Usa, Harrington svela gli inganni delle agenzie di rating.

S&P: “Italia e Spagna tra i Paesi più vulnerabili”

S&P: "Italia e Spagna tra i Paesi più vulnerabili".