Archivio mensile:ottobre 2012
Perchè alla Germania conviene l’euro l’economista Fabrizio Trigali ritiene impossibile un U.E democratica nel video i motivi
Dal Blog Byoblu Messora 28 ottobre 2012 -attualità
Fabrizio Trigali del economista autore del libro La trappola dell’euro spiega il suo punto di vista del perchè già trent’anni fa si discuteva di moneta unica Europea che e del perchè a quel tempo il governo Italiano l’aveva rifiutata.
In realta la moneta unica serve solo ai paesi forti come la Germania e anche ai poteri forti come la banche che dal cambio fisso hanno tratto un grosso vantaggio e hanno comprato larga parte delle migliore imprese Italiane, oltretutto Trigali mette in evidenza come un unione Europea Democratica sia praticamente impossibile per via delle differenze linguistiche e etniche che metterebbe il popolo europeo di esercitare la sovranità e di conseguenza ci sarebbe uno stacco tra politica e cittadino, oltre a ciò attraverso ideologie totalmente false che cercano di farci credere che un Europa unita evita le guerre o un euro forte ci avanteregge per le materie prime in realtà le guerre ci ono ancotra vedi Kosovo e le materie prime costano carissime.
In realtà i poteri forti e la Germania sanno bene che il distacco anche di un solo paese farebbe fallire l’Euro e questo è spiegato nel filmato
Il problema non è il debito pubblico. Ecco perché.
Carcere molle teste dure (Marco Travaglio)
L’Espresso del 1/11/2012 Marco Travaglio attualità
Il processo sulla trattativa
Stato-mafia fa paura. Così ora
molti sostengono che Conso revocò
il 41-bis soltanto a qualche ìpesce
minore”. E invece tra i 334 che ne
beneficiarono c’erano boss e killer
di prima grandezza
I l processo sulla trattativa Stato-ma- fia deve terrorizzare davvero un sac- co di gente, a giudicare dai dilaganti revisionismi e negazionismi trasver- sali. L’ultima manovra, proprio alla vigilia dell’udienza preliminare, parte dai consulenti della commissione Antimafia: a loro avviso i 334 detenuti che il 5 novembre 1993 uscirono dal 41-bis grazie al guarda- sigilli Giovanni Conso erano mezze tacche. Dunque nessuna trattativa. “L’Unità” titola festosa: “Antimafia, nessuna fuga dal 41- bis. I veri boss tornarono in carcere”. E scrive che Conso salvò solo “pesci minori e per un tempo assai limitato”. Ergo “non è così automatico dire che lo scambio passò dalle revoche del carcere duro”. L’house organ del negazionismo, “il Foglio” di Berlusconi & Ferrara, coglie la palla al balzo con il pidino Luigi Manconi e il radi- cale Massimo Bordin. Per Manconi la trattativa sul 41-bis è pura “mitologia”. La prova? «Tra coloro ai quali il 41-bis fu so- speso da Conso (334), appena 23 erano siciliani. Il che attenua l’interesse della mafia… per il loro ritorno a un regime car- cerario ordinario. E per 8 di essi fu lo stesso Conso successivamente a ripristinare il carcere duro». Insomma «la matematIca vale più della retorica». Per Bordin «la storia dei 41-bis revocati da Conso ai boss è una bufala» di «tromboni di destra, centro e sinistra», «sprovveduti» anche «in mala- fede», per screditare «un galantuomo come il professor Conso» con un’«inchiesta di cartapesta». Se le cose stessero così, bisognerebbe avvertire il professor Conso, che davanti ai pm e all’Antimafia ha raccontato di aver tolto il 41-bis a 334 detenuti «in solitudine, senza informare nessuno», «chiuso nel mio bunker», per «dare un segnale e fermare la minaccia di altre stragi. Riina era stato arrestato e il successore Proven- zano era contrario alle stragi». Ma così, negandola, ha confermato la trattativa: come faceva Conso, chiuso nel suo bun- ker, a sapere che Provenzano era il nuovo capo dei capi (all’epoca lo si dava addi- rittura per morto) ed era contrario alle stragi? E che queste miravano ad ammor- bidire il 41-bis? In realtà il 26 giugno ’93 il nuovo capo del Dap Adalberto Capriot- ti aveva inviato a Conso un appunto per chiedere il taglio orizzontale (senz’alcuna valutazione oggettiva) del 10 per cento dei 41-bis decretati dopo via d’Amelio dal ministro Martelli e il mancato rinnovo di quelli applicati in seguito dall’ex capo del Dap Niccolò Amato per «373 soggetti di media pericolosità»: il tutto per «dare un segnale di distensione» alla mafia. Conso dice di non ricordare l’appunto, anche se poi lo eseguì alla lettera. non solo. l’11 settembre lo Sco della Polizia aveva avvertito l’Antimafia che le stragi mafiose dell’estate ’93 miravano «a una sorta di trattativa con lo Stato per ri- solvere i principali problemi che affliggo- no l’organizzazione: il carcerario e il pen- titismo». Capriotti chiese un parere alla Procura di Palermo e questa rispose che tutti i 41-bis andavano rinnovati. Anche perché fra i candidati alla revoca c’erano boss e killer di prima grandezza: capi- mandamento come Antonino Geraci se- nior, Vito Vitale e Giuseppe Farinella oltre a numerosi pezzi da novanta. Altro che «pesci minori»: Conso levò dal carcere duro quasi tutti i maggiori mafiosi allora detenuti. A parte, ovvia- mente, l’appena arrestato Riina che, se fosse uscito pure lui dal 41-bis, avrebbe suscitato un pandemonio. Invece le 334 revoche passarono inosservate, almeno nell’opinione pubblica. È vero che alcuni boss tornarono poi al 41-bis, ma ciò di- mostra appunto che nel ’93 c’era una spinta irresistibile a quel «segnale di di- stensione». Invece “l’Unità” e Manconi riescono a sostenere contemporanea- mente due tesi opposte: siccome Conso rimandò al 41-bis alcuni boss appena tolti, vuol dire che non ci fu alcuna trat- tativa; e siccome gran parte dei 41-bis revocati non furono poi rinnovati, vuol dire che riguardavano pesci piccoli, dun- que non ci fu alcuna trattativa. Con tanti saluti alle carte, ai fatti, ai numeri e soprattutto alla logica. Più che nel 41- bis, siamo nel Comma 22-b
LAZIO L’ULTIMO SCANDALO Abuso d’ufficio per la Rauti Indagati la moglie di Alemanno e i consiglieri della presidenza per il contratto al segretario
La Stampa 30/10/2012 GRAZIA LONGO attualità
Ci risiamo. Un nuovo scandalo giudiziario scuote il già sconquassato consiglio regio- naledelLazio.Stavolta-dopo l’ex capogruppo Pdl Franco Fiorito e l’omologo Idv Vin- cenzo Maruccio, indagati per peculatoinmeritoallagestio- ne dei fondi per le spese elet- torali (il primo è tutt’ora in carcere) – nel mirino della procura finisce l’intero Uffi- ciodipresidenza. Tutti accusati di concorso in abuso d’ufficio per aver prorogato, lo scorso 28 marzo, il contratto al segretario gene- rale Nazzareno Cecinelli che, invece, sarebbe dovuto andare in pensione. Dal presidente Pdl Mario Abbruzzese alla moglie del sindaco di Roma Gianni Alemanno, Isabella Rauti, an- che lei eletta in quota Pdl, pas- sandoperGianfrancoGatti(Li- sta Polverini), Claudio Bucci (Idv), Raffaele D’Ambrosio (Udc)eBrunoAstorre(Pd). Si tratta di un filone d’in- chiesta separato da quello dei finanziamenti regionali desti- nati alle spese elettorali e se ne è occupata, prima ancora del pm Alberto Pioletti, la Corte dei Conti che ha incaricato il Gruppo tributario della Guar- dia di Finanza di verificare l’eventualità di un danno era- riale. Secondo inquirenti e in- vestigatori, Cecinelli non avrebbedovutoriscuoterei105 mila e 473 euro lordi di stipen- dio per i sei mesi – da aprile a settembre scorsi compresi – perché, avendo 67 anni, era praticamentegiàinpensione. «Si è trattato di una proro- ga solo per non bloccare la macchina amministrativa – spiega lo stesso Cecinelli – mentre nel frattempo era già stato avviato un bando pubbli- coperreclutareunnuovodiri- gentecheèstatopoiassuntoil 27 settembre». Lo ribadisce anche, in un comunicato, l’Uf- ficio di presidenza: «Inizial- mente il decreto “Salva Italia” prevedeva il mantenimento in servizio fino a 70 anni, poi pe- rò è intervenuta una circolare ministeriale più restrittiva. Abbiamo quindi predisposto un bando, ma per non paraliz- zare l’attività amministrativa abbiamo mantenuto in servi- zio temporaneo Cecinelli». Sia l’alto dirigente, sia tutti i membri dell’Ufficio di presi- denza, sono stati tuttavia tirati inballodaFioritoancheduran- te l’interrogatorio di ieri a Re- gina Coeli. Assistito dai suoi avvocati Taormina e Pavia, er BatmandiAnagniharicostrui- to le modalità con cui «si svol- gevalaspartizionedeisoldiper lespeseelettorali:sistornavail denaro da altri voci generiche come ad esempio quelle relati- veallevocigiardinaggio,comu- nicazione,telefoniaemanuten- zione».Racconta la verità?