Archivi categoria: casta

Inquietante sversamento in mare di fanghi come pece davanti allilva di taranto

La fuga di Formigoni (Massimo Giannini).

La fuga di Formigoni (Massimo Giannini)..

Sabina Guzzanti, Un Due Tre Stella imitazione Maria De Filippi, le banche e il lavoro Sabina Guzzanti, 4 Aprile 2012

STATO -MAFIA VILLA DELL’UTRI NELL’ I N CHIESTA La Finanza ha sequestrato l’atto di vendita


Fatto Quotidiano 24/03/2012 di Marco Lillo e Davide Vecchi
La Procura di Palermo sta indagando sull’ultimo affare immobiliare di Silvio Berlusconi, perfezionato, con
tempismo sospetto, proprio il giorno prima della sentenza della Cassazione sulla condanna a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa a carico di Dell’Utri. I pm Antonio Ingroia, Antonino Di Matteo e Lia Sava, che indagano sul ruolo che avrebbe avuto Marcello Dell’Utri nella trattativa con la mafia nei primi anni Novanta, vogliono vederci chiaro sul passaggio della villa sul lago da Marcello all’amico Silvio. Ben prima che i giornali pubblicassero l’avvenuta vendita come se fosse solo gossip (il Giornale si è distinto con articoli nei quali si svelava una vera osses-
sione del Cavaliere per una villa sul lago finalmente individuata, per fortuita coincidenza, proprio nella casa del suo sodale Dell’Utri) i pm si interessavano alla transazione immobiliare da tutt’altra prospettiva. Ieri, gli uomini del nucleo valutario della Guardia di finanza di Palermo, coordinati dal maggio-
La firma per il passaggio di proprietà arriva il giorno prima della sentenza della Cassazione
re Pietro Vinco, hanno acquisito presso lo studio milanese del notaio Arrigo Roveda l’atto di acquisto della villa di Dell’Utr i da parte di Berlusconi. Appena due settimane dopo la stipula del rogito, i magistrati che indagano sulla trattativa Stato-mafia hanno potuto leggere le quaranta pagine dell’atto. Il Fatto Quotidiano è in possesso del voluminoso documento di vendita ed è in grado di rivelarne i particolari, a partire dal prezzo abnorme: 20 milioni 970 mila euro.
CERTO, LA VILLA sul lago di Como è una residenza da sogno. Quattro edifici con 40 stanze complessive, campo da tennis, piscina, due darsene, un parco da tremila ettari. Ma l’assegno che Berlusconi ha staccato l’8 marzo per comprarla dal senatore del Pdl appare comunque esagerato. Soprattutto se si pensa che la perizia più recente (nel 2004) l’aveva stimata 9,3 milioni; che i periti non erano pregiudizialmente ostili essendo tecnici del Credito cooperativo fiorentino guidato dall’altro amico Denis Verdini e, inoltre, che l’ex premier nel 2011 aveva già versato 9,5 milioni sui conti correnti di Dell’Utri, in parte usati per ristrutturare la villa. A insospettire i magistrati sono una serie di circostanze. Innanzitutto le somme: Berlusconi ha versato al senatore Dell’Utri, sotto processo con l’accusa di essere stato il mediatore o l’a m b a s c i a t o re della mafia presso l’impero Fininvest, una somma che supera i 30 milioni di euro. Il 22 maggio 2008 dal Monte Paschi arriva il primo milione e mezzo. Nel 2011 il 25 febbraio dal conto Banca Intesa piove un altro milione sul senatore che l’11 marzo incassa altri 7 milioni. Dell’Utri, intervistato dal Corr iere della Sera, giustifica così tanta benevolenza: “Sono un principe decaduto, ristrutturo e poi vendo la villa”. Ma gli investigatori ieri hanno scoperto che nell’atto non si fa alcun riferimento a quei versamenti, che quindi si sommano ai quasi 21 milioni pagati due settimane fa. Il giorno del rogito dal conto corrente della Banca popolare di Sondrio partono cinque bonifici. Quattro per sanare i debiti del senatore ed estinguere le ipoteche sulla villa: tre milioni vanno al Credito cooperativo fiorentino e 2,5 alla Abbey National. Il quinto bonifico va sul conto di Miranda Anna Ratti, moglie di Dell’Utri, che riceve il versamento più imponente: 15,7 milioni.
IN TUTTO sono 21. Un’inie zione di liquidità provvidenziale per le finanze dei Dell’Utri e un esborso improvviso e rilevante anche per un miliardario in euro come Berlusconi che arriva in una data molto particolare: l’8 marzo 2012, esattamente il giorno prima della sentenza della Corte di Cassazione sulla condanna emessa in appello a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa a carico di Dell’Utri (dal giorno dopo il senatore fu irreperibile per 48 ore, chi dice all’e s t e ro ) . Un tempismo che ha insospettito i pm di Palermo, titolari delCarta canta L’atto di vendita della villa a Torno (Como) stipulato l’8 marzo tra Berlusconi e Dell’Utri: l’ex premier ha pagato al senatore 20 milioni 970 mila euro
l’inchiesta che vede il senatore indagato per minaccia a corpo dello Stato. Il giorno dopo l’atto, il 9 marzo, Delll’Utri poteva essere condannato a sette anni di galera con due conseguenze non indifferenti: la perdita della libertà e il rischio dell’apertura di un procedimento di misure di prevenzione reali con il possibile sequestro delle proprietà immobiliari, cioè la villa: unico bene intestato al senatore. Le cose, grazie al sostituto procuratore generale Francesco Iacoviello e al collegio presieduto da Aldo Grassi, hanno preso un’altra piega: Dell’Utri si è visto annullare la condanna con rinvio e vede a portata di mano la prescrizione nel giugno 2014, ma l’8 marzo questo nessuno poteva saperlo. Dal notaio Roveda a firmare l’at to ci sono la moglie di Dell’Utri e Salvatore Sciascia, nominato appena due giorni prima procuratore speciale di Berlusconi. Sciascia è un uomo di fiducia dell’ex premier. Senatore del Pdl ed ex ragioniere della Fininvest, Sciascia è stato condannato in via definitiva dalla Cassazione a 2 anni e 6 mesi per aver versato tangenti ad alcuni membri della Guardia di finanza così da ottenere verifiche fiscali blande alle società di Berlusconi. L’8 marzo Sciascia rispetta la volontà del Cavaliere che nella procura speciale aveva dato mandato di acquistare a un prezzo “non superiore a 21 milioni”. L’amicizia.

Cozze Polite (Marco Travaglio).

Cozze Polite (Marco Travaglio)..

“Il velo strappato” (Massimo Giannini).

“Il velo strappato” (Massimo Giannini)..

Ad personam (tecnicam) (Marco Travaglio).

Ad personam (tecnicam) (Marco Travaglio)..

UNITI NEL BAVAGLIO Intercettazioni: Severino riparte dal ddl MastellaCambia la concussione, “condono” a B. per Ruby?


Fatto Quotidiano 17/0£/2012 di Sara Nicoli
Berlusconi l’aveva detto chiaramente ad Alfano: “Se loro alzano il tiro sulla corruzione, tu butta
sul tavolo le intercettazioni”. Così, l’altra sera alla cena-vertice a Palazzo Chigi, non appena Monti ha introdotto lo spinoso tema dell’armonizzazione del ddl anticorruzione – o ra in commissione Giustizia e Affari costituzionali della Camera – con la Convenzione di Strasburgo (approvata al Senato), il segretario azzurro ha subito riproposto “l’ir risolta questione del ddl intercettazioni”. “È chiaro – avrebbe sottolineato l’ex Guardasigilli, firmatario del disegno di legge pidiellino in materia – che non possiamo aspettare il prossimo scandalo per intervenire”. Più che una minaccia, la frase è suonata come una chiamata in correità. E le orecchie di Casini e Bersani, per non dire quelle di Monti, si sono fatte attente. Perché una legge che tenga a bada le penne dei cronisti in un delicato momento pre elet-
torale “ci vuole – ecco il commento sempre di Alfano – e ci vuole per tutti…”. Il bavaglio alla stampa, dunque, come un toccasana per gli accordi tra politici di ogni colore.
E COSÌ, p a ra d o s s a l m e n t e , quella che il giorno prima era stata sbandierata quasi come un avvertimento da Schifani (“è l’ora di rispolverare il ddl intercettazioni”), è diventata il punto da cui si è partiti per trovare un’intesa anche su tutte le altre “note dolenti” del capitolo giustizia. Intanto: il ddl Alfano verrà ac-
Anti-corruzione il Caimano in trincea contro il falso in bilancio Verso un testo ad hoc per le sanzioni ai pm
cantonato per far posto a un nuovo articolato (che nelle intese dovrebbe avvicinarsi al ddl Mastella) che porterà la firma di Paola Severino. Ieri, durante il Consiglio dei ministri, la Guardasigilli ha ricevuto ufficialmente l’incarico di stilare un testo che “tenga conto delle indicazioni dei capigruppo” e che “prenda il meglio” dei due precedenti ddl. A quanto sembra, il provvedimento dovrà essere legge prima dell’estate, in modo da arrivare “nell’imminenza della campagna elettorale” con un bavaglio nuovo e pronto. Più
leggero di quelli minacciati in precedenza, certo, ma comunque un bavaglio. Portata a casa la questione intercettazioni (“un risultato ottimale” a n ch e secondo il Cavaliere) si è poi passati a parlar di corruzione. Ma lì c’è stato poco da fare; l’Italia deve recepire la Convenzione di Strasburgo e dunque il ddl ora alla Camera (sempre a firma Alfano) dovrà essere modificato attraverso due o tre emendamenti che presenterà il governo “e che terranno conto dell’intesa raggiunta”, ha spiegato ieri Bersani. Nel dettaglio,verrà modificato il reato di concussione così com’è scritto oggi nel nostro ordinamento. Nel senso che il concusso, oggi vittima del reato, ne diventa soggetto attivo, quanto meno in relazione alla fattispecie di concussione per induzione. Verranno poi introdotte due nuove forme di reato: quello della corruzione nel settore privato (in Italia vige solo il reato contro la Pubblica amministrazione) e quello di traffico di influenza illecita. Questa norma stabilisce che chiunque millanta credito presso un pubblico ufficiale e, adducendo di doverne “com p ra re ” il favore, chiede denaro o altro come prezzo per la propria mediazione, è punito con la reclusione da 3 a 7 anni.
QUELLO che preoccupa ancora Berlusconi (che, tuttavia, con la “scompar sa” del reato di concussione potrebbe veder saltare la sua imputazione al processo Ruby, ma questo lo si capirà meglio a seconda di come verrà riscritta la norma) riguarda la necessità di mettere mano anche alla struttura dei reati fiscali e del falso in bilancio (che proprio B. ha depenalizzato) nonché l’introduzione della punibilità del cosiddetto autoriciclaggio. Faccende spinose su cui, però, pare che Alfano non abbia alzato mai più di tanto il sopracciglio, ma è anche vero – per dirla con il ministro dell’Interno Cancellieri – che “su questi argomenti è appena iniziata un’attività parlamentare, vediamo come va”. In ultimo, la responsabilità civile dei magistrati. Su questo Alfano ha puntato i piedi: “Per noi resta valido il principio che chi sbaglia paga”. L’Amn ha risposto in modo netto: “Sulla responsabilità non si t ra t t a ”. Però sembra siano stati evidenziati margini di manovra. Anche su questo, Monti ha dato mandato alla Severino di trovare “una soluzione equilibrata e condivisa” e in tempi brevi, visto che la questione è contenuta nella legge comunitaria, di prossimo passaggio alla Camera per la lettura definitiva. Anche lì il governo potrebbe intervenire con un emendamento che cancelli la responsabilità dalla comunitaria per poi affrontare l’argomento con un provvedimento ad hoc. Ma non subito, prima ci sono altre priorità. Come il bavaglio.

L U S I – S T O RY “866 MILA EURO A RUTELLI”Tranche mensili da 43 milaalla fondazione del leader dell’Api


Fatto Quotidiano 16/02/2012 di Rita Di Giovacchino
Uno scoop annunciato, il primo di tanti bocconi avvelenati destinati ad ammorbare l’aria nel-
l’ex Margherita e che, stando alle previsioni dell’ex tesoriere Luigi Lusi, potrebbero “fa r cadere l’intero centrosinis t ra ”. Il destinatario, come previsto, è Francesco Rutelli, fondatore del partito, poi transfugo dal Pd, a caccia di nuove sponde politiche che, prima dell’avvento del governo dei “professor i”, disegnavano future maggioranze post berlusconiane. Ebbene, Luigi Lusi avrebbe girato quasi un milione, per l’esattezza 866 mila euro, alla fondazione “Centro Futuro Sostenibile” p re s i e d u t a dallo stesso Rutelli che, subito dopo l’addio al centrosinistra, ha aperto nella stessa sede Alleanza per l’Italia. A rivelarlo è L ‘ E s p re s s o , oggi in edicola.
I M M E D I ATA la reazione furibonda di Rutelli, seguita dalla querela degli avvocati Titta Madia e Zeno Zincovich al settimanale. Dietro le rivelazioni “depistanti” dell’articolo c’è soltanto Lusi, afferma Rutelli: “Le informazioni, quelle vere e quelle false, sono state fornite dall’ex tesoriere nella sua azio-
ne di inquinamento del processo penale… anche precedenti articoli sono verosimilmente ispirati dall’indagato. Sono circostanze che non emergono dal fascicolo processuale e che, qualora veritiere, sarebbero note al solo Lusì”. Motivo per il quale è stato necessario procedere, l’ 8 marzo scorso, al sequestro di ulteriori beni e dell’intervista “r ubata” trasmessa da Servizio P u bbl i c o . Rutelli non smentisce dunque che il Cfs abbia ricevuto finanziamenti dall’ex Margherita. Il fatto del resto non costituisce reato, sostengono gli inquirenti. Semmai la questione è politica, vediamo. A conti fatti, secondo l’Espresso, dal novembre 2009 al luglio 2011, la fondazione avrebbe ricevuto in media 43 mila euro al mese, accreditati sul conto corrente Unicredit-Banca di Roma numero 000401107758. Siamo nel periodo in cui, abbandonato il Pd, troppo sbilanciato a sinistra, Rutelli è impegnato a lanciare la nuova formazione politica, Tutti i versamenti sono inferiori alla fatidica soglia dei 150 mila euro, sotto la quale il tesoriere può decidere in autonomia: lo stabilisce il comma 7 dello Statuto approvato soltanto nel 2007, con lo scio-
glimento dell’ex partito che continuerà a ricevere rimborsi elettorali per un ammontare di ulteriori 8o milioni. I leader concordano però che i fondi siano distribuiti soltanto a chi non abbandona l’area di centrosinistra per non tradire il patto con gli elettori, cui Rutelli però volta le spalle.
L’ex sindaco: “Mai ricevuto un cent È una manovra ispirata dall’ex t e s o r i e re ”
Ma i versamenti non vengono fatti all’Api, ma l’accorto Lusi li versa alla fondazione Centro Futuro Sostenibile che, oltre a un comitato scientifico di tutto rispetto, ospita parlamentari di varia provenienza come Emma Bonino, Pierferdinando Casini, Piero Fassino, Fabio Granata, Maurizio Lupi, Santo Versace ed Ermete Realacci. Del resto il tema unificante è l’ambiente. L’Api nasce nel 2009, la fondazione risale invece al 1989. “Non ho mai preso un quattrino. Metto su Facebook il mio estratto conto: 56 mila euro. Da quando faccio politica il mio patrimonio è diminuito. Sul mio impegno trasparente non posso accettare ombre. Quando ho fondato Api ho tagliato la carta di credito che avevo come presidente della Margherita e l’ho restituita a Lusi”, sbraita Rutelli e con tutta probabilità i fatti gli daranno ragione. Ma ormai il giro dei soldi e dei finanziamenti passa tutto attraverso comitati e fondazioni, centinaia di milioni provenienti dai finanziamenti pubblici che, strada facendo, finiscono per perdere memoria della propria origine. Lo stesso Lusi è tesoriere di un altro comitato, quello di Centocittà, fondato dai sindaci all’inizio degli anni Novanta, nelle cui casse sono rimasti fondi che è sempre lui ad amministrare. Da Centocittà il 30 novembre 2009 parte un finanziamento di altri 150 mila euro allo stesso C t f.
A LT R E coincidenze. Secondo l’Espresso a incassare i soldi della Margherita per conto della fondazione è il tesoriere Gio-vanni Castellani, che è anche revisore dei conti della Margherita, rutelliano della prima ora. Sono queste le carte che Lusi intende centellinare tra allusioni e minacce? Sono davvero in grado di distruggere il centro sinistra? L’orientamento della procura di Roma appare inflessibile: indaghiamo sol-
tanto su reati, soltanto se qualcuno, come Lusi, ha intascato soldi per uso personale. In caso contrario se la vedano loro. Ma nei prossimi giorni Lusi sarà nuovamente interrogato. Non si esclude che Rutelli sia convocato in procura come testimone, oltre che come parte lesa.

Le toghe ignoranti (Marco Travaglio).

Le toghe ignoranti (Marco Travaglio)..