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La beffa dei vitalizi

La beffa dei vitalizi.

La beffa dei vitalizi


Di Davide Bono

Oggi, ad un anno di distanza dall’ultima volta, il Consiglio regionale era nuovamente chiamato a pronunciarsi sul trattamento.
Vi ricordate come era finita lo scorso anno? Questa volta la Regione Piemonte si accoda pavidamente a quanto richiesto dal Governo Monti e a quanto fatto da altre Regioni italiane: tagliamo i vitalizi, un assegno mensile di 3.000 € dopo soli 5 anni di mandato, ma solo dalla prossima legislatura.
PD, Lega Nord e IDV che nei giorni scorsi avevano tuonato sui giornali per «eliminare i vitalizi da subito», votano no ai due emendamenti presentato dal MoVimento 5 Stelle che chiedevano prima l’eliminazione dei vitalizi retroattivamente, compreso quello di chi già lo percepisce (confortati da alcune sentenze delle Corti di Cassazione e Costituzionali che definisce il vitalizio un privilegio autodeterminatosi e non una pensione acquisita) e poi l’eliminazione, almeno a partire dai consiglieri oggi in carica.

Ma ovviamente nessuno intende votare contro un proprio benefit: mi piacerebbe sapere se i consiglieri della prossime legislature legifereranno per rinviare l’eliminazione dei vitalizi dalla legislatura successiva alla loro. Infine il Presidente del Consiglio regionale, Valerio Cattaneo, infila un articolo che sgancia le indennità dei Consiglieri regionali da quelle dei parlamentari (forse perché quelle dei parlamentari saranno ridotte?),
fissandole a 8.631,71 € lordi. Poi, con un piccolo comma, si inserisce l’indicizzazione delle indennità dei Consiglieri regionali all’indice di variazione dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati determinatosi nell’anno precedente, secondo le rilevazioni ISTAT.

Se si chiamano “prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati” forse è perché con 1.000 € al mese, l’aumento del 3% del prezzo del pane, del latte, delle verdure incide, e inciderà, notevolmente sulla loro capacità di arrivare a fine mese.

Vergognoso nel clima attuale del paese, pensare che i Consiglieri regionali che guadagnano da 8.000 a 12.000 € netti al mese abbiano bisogno di aumentarsi lo stipendio per l’aumento del costo del pane. O forse che le sontuose campagne elettorali e la compravendita del consenso risentono dell’aumento dei costi della vita più della pasta?
Video del capogruppo regionale