Archivio mensile:agosto 2012

Tg la 7 INTERCETTAZIONI, INGROIA CONTRO PANORAMA


Tg la 7 31/08/2012 10:44
Le accuse Antonio Ingroia,titolare dell’inchiesta Stato-Mafia, ieri sera nel corso della puntata di Piazza Pulita su La7. Ci sono degli “ispiratori” dietro le indiscrezioni pubblicate dal settimanale Panorama; vogliono ingenerare un clima di diffidenza”
intervista a Antonio Ingroia

“Panorama si è distinto prima con una indiscrezione sul cosiddetto siluro giudiziario al Quirinale e oggi con questo articolo, cercando di ingenerare un clima di diffidenza e conflitto tra istituzioni, in particolare tra il Quirinale e la Procura di Palermo. La Procura di Palermo non è in conflitto e io credo che neppure il Quirinale voglia un conflitto, ma c’è qualcuno che ha interesse a stimolare questo clima di conflitto. Ci sono degli ispiratori”.

Sono le parole di Antonio Ingroia, il pm aggiunto della procura di Palermo che cerca di far luca sulla presunta trattativa Stato-Mafia, nel corso del programma Piazza Pulita.

Alla domanda di Corrado Formigli, su chi siano gli ‘ispiratori’, Ingroia ha risposto: “Certamente chi ha interesse a ostacolare l’accertamento della verità sulla trattativa fra Stato e mafia”.
“Panorama si è distinto prima con una indiscrezione sul cosiddetto siluro giudiziario al Quirinale e oggi con questo articolo, cercando di ingenerare un clima di diffidenza e conflitto tra istituzioni, in particolare tra il Quirinale e la Procura di Palermo. La Procura di Palermo non è in conflitto e io credo che neppure il Quirinale voglia un conflitto, ma c’è qualcuno che ha interesse a stimolare questo clima di conflitto. Ci sono degli ispiratori”.

Sono le parole di Antonio Ingroia, il pm aggiunto della procura di Palermo che cerca di far luca sulla presunta trattativa Stato-Mafia, nel corso del programma Piazza Pulita.

Alla domanda di Corrado Formigli, su chi siano gli ‘ispiratori’, Ingroia ha risposto: “Certamente chi ha interesse a ostacolare l’accertamento della verità sulla trattativa fra Stato e mafia”.

Ladri di Alto Bordo, Saccheggiano l’Italia

Ladri di Alto Bordo, Saccheggiano l’Italia.

I sindaci multicolor (da BeppeGrillo.it) il forte l’indebitamento dei comuni Italiani


da BeppeGrillo.it
I sindaci scendono in campo. Si sentono leader. I loro concittadini li hanno eletti per fare gli amministratori pubblici, ma loro, ovviamente, se ne fregano chiamati come sono dalla forza del destino, dalla predestinazione dei grandi e dall’ego smisurato a più alti incarichi. E’ tutto un fiorire di sindaci in camper, in conferenza, in televisione, in raduni di partito. Multicolor, in arancione, ma anche in rosso stinto pdimenoelleino o in viola appassito. Liste annunciate e programmi formidabili, pret a porter autunno/inverno saltano fuori ovunque. Chi li ha eletti e gli paga lo stipendio rimane attonito, cornuto e mazziato. I sindaci vogliono portare esperienze e capacità (mai) dimostrate dai Comuni in Parlamento. Si sentono sottovalutati, sono tutti potenziali premier, da De Magistris a Renzi a Pisapia. Bersani deve sentirsi come Cesare alle Idi di marzo, con dei Maramaldi (“Vili, voi uccidete un uomo morto!” – zombie non si può dire -) al posto di Bruto. I sindaci dovrebbero occuparsi solo delle città che amministrano fino alla conclusione del loro mandato. I municipi non sono dei trampolini di lancio per la loro carriera politica. Scherziamo? Ti rompono gli zebedei per farsi eleggere e poi non si occupano del Comune a tempo pieno? E’ una presa per il culo. Chi gestisce città complesse come Firenze non dovrebbe neppure avere il tempo di andare al cesso. Se vuol fare altro aspetti la fine del suo mandato.
Discutiamo allora dei successi dei sindaci, in particolare dei debiti che le varie amministrazioni hanno accumulato in questi anni. Alla fine del 2011 la classifica delle città più indebitate vedeva al primo posto Milano con 3.931 milioni di euro (avete letto bene, quasi QUATTRO MILIARDI DI EURO), quindi Torino con 3.200, Napoli 1.589, Genova 1.328, Roma 1.149, Catania 522, Firenze 495, Verona 409 e Palermo 338. Un qualunque sindaco sotto il peso di questi debiti, come un buon padre di famiglia, non dovrebbe dormire di notte. Quando il debito di un’amministrazione cresce, aumentano le tasse comunali e le tariffe delle municipalizzate, come i trasporti pubblici a Milano, e diminuiscono i servizi ai cittadini. Un Comune può avvitarsi, finire in bancarotta e commissariato come Parma e recentemente Alessandria. Potrebbe succedere nel 2013 alle città più indebitate. L’unica risorsa prima del crack è vendere i beni del Comune (o meglio dei cittadini) all’asta, come avviene a Torino. Eletto lo sindaco, gabbato lo santo. Se un’azienda va in bancarotta, il titolare finisce in galera. Se un Comune va in bancarotta, il sindaco finisce in Parlamento e, magari, diventa pure ministro.

P.S. Filippo Boriani, consigliere al quartiere Saragozza di Bologna, avendo già svolto due mandati prima di quello corrente, è diffidato dall’utilizzo del simbolo del MoVimento 5 Stelle.

Legge 40, il governo sta con i vescovi contro l’Europa BAGNASCO: MAGISTRATI ITALIANI SURCLASSATI. E SUBITO BALDUZZI VUOLE IL RICORSO CONTRO LA SENTENZA CHE HA CONDANNATO L’I TA L I A


Fatto Quotidiano 30/08/2012 di Marco Papola attualità
Sorpresa: il capo dei vescovi italiani interviene in difesa della magistratura. In un mo- mento in cui i giudici sono sotto attacco su vari fronti, il Vaticano si schiera con le toghe. Peccato, però, che la difesa d’ufficio sia in realtà un attacco ad altri giu- dici, quelli della Corte di Stra- sburgo, che hanno bocciato la legge 40 (fecondazione assisti- ta) nella parte che riguarda la diagnosi preimpianto. “Biso – gna ripensarciun attimoa livel- lo nazionale, a livello di esperti, siaperilmerito siaancheperil metodo, perché non si è passati attraverso lamagistratura italia- na. Bisogna pensarci. C’è stato un superamento della magistra- tura italiana, è singolare”ha det- to ieri il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, al santuario genovese della Ma- donna della Guardia. LA PRESA di posizione del porporato arriva all’indomani della sentenza della Corte di Strasburgo. I giudici europei hanno dato ragione a una cop- pia, portatrice sana di una grave malattia genetica, la fibrosi cisti- ca, che chiedeva una diagnosi dell’embrione prima dell’im- pianto. Per scongiurare di met- tere al mondo un bimbo malato con limitate aspettative di vita e percorsi di cura costanti e dolo- rosi. La diagnosi è vietata dalla legge 40 e la coppia ha fatto ri- corso. E ha vinto: lo Stato italia- no è stato condannato a pagare un risarcimento. Ma oltre alla Chiesa, ladecisione nonè anda- ta giù neanche al ministro della Sanità, Renato Balduzzi, in que- ste ore alle prese anche con il “d e c re t o n e ”stoppato sul nasce- re. Il ministro pensa al ricorso (l’organo d’appello è la Grande Camera, tre mesi di tempo pri- ma che la decisione diventi de- finitiva) motivandolo con la ne- cessità di fare chiarezza. A sotto- lineare l’opportunità di un “pun – to di riferimento fermo sulla questione”, e il fatto “che un ri- corso da parte del nostro Paese valga proprio a consolidare un punto di riferimento”,è stato ie- ri lo stesso ministro. Una moti- vazione, quella alla base dell’e- ventuale ricorso, che però con- vince poco. Infatti in molti han- no sottolineato che la decisione presa dalla Corte di Strasburgo lascia poco spazio al dubbio. Non c’è bisogno di fare chiarez- za: i giudici (all’unanimità) han- no stabilito che la legge 40 viola i diritti dell’uomo. E non è la pri- ma bocciatura per la legge sulla procreazione assistita. Nella sua tormentata esistenza, per 17 vol- te non ha superato l’esame di un collegio giudicante. Da molti fronti arriva l’invito al governo a cogliere l’occasione per cambia- re la legge. In modo da mettere a tacere anche chi accusa Monti di essere europeista solo quando si tratta di chiedere sacrifici. “EVIDENTEMENTE l’euro – peismo del governo Monti fun- ziona a corrente alternata: quan- do si tratta di nuove tasse, tagli e sacrifici, i memorandum euro- pei sono irrinunciabili, mentre quando si tratta di rispettare i di- ritti umani emodificare una leg- geper restituireachi haproble- mi il diritto alla maternità e alla paternità le decisioni della Cor- te europea dei diritti umani, l’Eu- ropa può attendere”. Ad affer- marlo è il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, commentando l’annuncio del ministro Balduzzi di voler proporre ricorso. “Inve – ce di fare melina o cercare cavilli per difendere una norma indi- fendibile, governo e Parlamento devono mettersi a lavoro per una nuova legge”. Sulla stessa lunghezza d’onda la Lega italia- na fibrosi cistica: “Riteniamo che l’obiettivo di una vita “nor – male” che i malati di fibrosi ci- stica si stanno faticosamente conquistando sarebbe stato for- temente compromesso dall’ipo – crisia di chi, tutelando a parole l’intangibilità della vita, ne san- cisce invece la condanna alla sofferenza per chi deve ancora

“IL BERSAGLIO DI PANORAMA SIAMO NOI ”Ingroia: “Il giornale di Mulé manovrato dalle sue stesse fonti”


Fatto Quotidiano 31/08/2012 di Giuseppe Lo Bianco attualità
Sono un lettore di giornali da decenni, un vostro collega pubblicista da qualche mese, ma in vita mia non ho mai visto un ar- ticolo così costruito come quello pubblicato da Pa n o ra – ma. Con tutto il rispetto per la professionalità dell’autore non ho mai visto trattare un tema così incandescente e potenzialmente destabiliz- zante senza un fatto o una no- tizia”. E quindi? “Hanno tito- lato “Ricatto a Napolitano”, alludendo alla Procura di Pa- lermo – spiega Ingroia – ma il ricatto lo hanno fatto altri. E l’obiettivo principale non è neanche il Quirinale, ma la magistratura di Palermo”. Il procuratore aggiunto di Pa- lermo Antonio Ingroia ha ap- pena finito un’intervista tele- fonica, sta per dettare un cor- sivo all’Unità e prima di en- trare da Corrado Formigli, a La7 per partecipare a Piazza- pulita, accetta di rispondere alle nostre domande. Fuga di notizie o, come lei stesso ha detto, giornali- smo delle invenzioni? Lo ha già detto il procuratore Messineo, ho la certezza che in quel pezzo non c’era una riga del contenuto effettivo di quelle telefonate coperte dal segreto. E allora? Ho colto il sapore di una ma- novra proveniente dalle fon- ti. L’intero pezzo è costruito senza una notizia, è solo una ricostruzione giornalistica fondata su una lettura anali- tica comparata sugli articoli di tre testate, peraltro fra loro agli antipodi. Una lettura fon- data sulla base dell’illazione indimostrabile, e indimostra- ta, che i tre autori degli ar- ticoli fossero in possesso del testo delle telefonate inter- cettate. Sta pensando per caso al- l’inizio di una nuova stagio- ne di veleni provenienti dagli stessi ambienti gior- nalistici figli del conflitto di interessi protagonisti in passato della costruzione di dossier infamanti e no- tizie infondate? Sto pensando a una campa- gna di stampa orientata e finalizzata a gettare di- scredito su molte istitu- zioni. E l’obiettivo prin- cipale non è neanche il Quirinale, ma la magi- stratura di Palermo. Famiglia Cristiana si chiede: cui prodest? Secondo lei? Non giova certamente alle istituzioni e ai cittadini, gio- va a chi ha interesse a creare un clima di diffidenza e con- flitto tra il Quirinale e la pro- cura di Palermo: ricordo che fu proprio Pa n o ra m a a solle- vare per primo la questione delle intercettazioni del Qui- rinale parlando di “s i l u ro ”. Giova a chi non vuole la ve- rità sulla stagione stragista e tra chi non la vuole non c’è certamente né la Procura di Palermo nè il Quirinale. Qual è adesso una possibi- le via d’uscita? Se parados- salmente Pa n o ra m a vi chie- desse di rendere pubbliche quelle telefonate per di- mostrare la fondatezza di quanto scritto, cosa ri- s p o n d e re s t e ? Risponderemmo ovviamente no. Se bastasse pubblicare notizie infondate su temi co- perti da segreto per poi ve- rificarne la fondatezza, non sarebbe più possibile indaga- re. É una tesi improponibile. Sulla fuga di notizie (o di bufale) il procuratore Mes- CHIAMATA ALLE ARMI “Ho la certezza che in quel pezzo non c’era una riga del contenuto effettivo di quelle conversazioni” sineo ha già annunciato una verifica sull’apertura di un’inchiesta. Indaghere- te voi o i colleghi di Calta- nissetta? È ancora prematuro parlarne. Certo, se ci fosse stata una fu- ga di notizie sarebbe compe- tente l’ufficio del pm di Cal- tanissetta, ma il punto è se c’è Per nulla. Attendiamo serena- mente la decisione della Cor- te e non credo che l’esito sia scontato. Leggeremo la sen- tenza e soprattutto le moti- va z i o n i “Quella copertina non giova a noi e nemmeno alla Presidenza della Repubblica”

L’autotrappola di Marco Travaglio 31 agosto 2012

PD, UNA FESTA DA 4 MILIONI Tutti i costi della kermesse dei democratici a Reggio Emilia Grillo contro Benigni sul cachet. Il partito: “Lui prese soldi in nero”


Fatto Quotidiano 30/08/2012 di Wanda Marra attualità
G li incontri annuali per ri- flettere sul futuro della na- zione (il passato e il pre- sente se li sono già giocati) e per fare un po’di festa in piazza del pdmenoelle costano una ci- fra. Ma quanto esattamente? Con che soldi sono organizzati? For- se quellidel finanziamentopub- blico o grazie alla generosità di imprenditori ‘amici’ e disinte- ressati (tipo Riva per intender- ci)?”(il patron dell’Ilva che ha fi- nanziato Bersani, ndr). Beppe Grillo saluta la giornata politica alle diecidi mattinacon unpost sul suo blog. Dopo lo scontro con Bersani, che ha aperto la festa dandogli del “fa s c i s t a ”per sentirsi rispon- dere “fa l l i t o ”e“amico deipidui- sti”, il secondo round della guer- ra ècon RobertoBenigni, cheal comico genovese ha dedicato il prologo del suo spettacolo di Campovolo (“vaf fanculozom- biemor tovivente…Benigni ami- co mio… Grillo parla così”). Il leader dei 5 stelle parte all’attac co: “Gli artisti invitati sul palco lo fanno per solidarietà verso il pdmenoelle o a fronte di un ric- co cachet? E questo cachet a quanto ammonta?”. Per conclu- dere: “Domande perdute nel ve n t o . . .”. FERMENTO tra i Democratici e dintorni. La prima risposta arriva dallo stesso Benigni nella figura del suo agente,Lucio Presta: “Sia – mo vecchio stile: come fanno tutti gli artisti di spettacolo, abbiamo preso i soldi dai biglietti venduti per due ore di show”. Poi, la pro- vocazione: “Se Grillo vuole parla- re di cachet, compreso il suo, so- noprontoad aprireunatavolaro- tonda”. Il Pd conferma: nessun ca- chet perBenigni (come peri Sub- sonica e gli Afterhours), ma solo ospitalità. Insomma, il partito non dà e non prendeun soldo diretta- mentedallo spettacolo,mabene- ficia di quello chesi potrebbe de- finire “indotto” (ovvero la gente che arriva, si ferma, mangia, beve, compra). Benignidal cantosuo si prende il ricavato: l’altra sera a Campovolo c’erano circa 8000 persone, che per 20 euro a bigliet- tosignificano unguadagno dicir- ca 160mila, da cui vanno detratte parte delle spese. Laprima rispostaaGrillo arrivada Giovanni Guerisoli, fondatore del- la Retedel Socialee delLavoro del Partito democratico: “Mail Beppe Grillo che attacca Roberto Benigni sarà mica lo stesso che per uno spettacolo del 1999 ci chiese 10 milioni di lire, da pagarsi rigorosa- mente in nero, senza fattura? Ac- cettammo di pagarglieli, li prese personalmente, ma poi per noi fu durissima giustificare quell’uscita” (confessando lui stesso un’evasio – ne). Lino Paganelli, responsab Un terzo lo pagano gli sponsor: da Unipol alle Coop, dalla Conad alla Pepsi dellaFesta rispondeinconferenza stampa. “Grillonon èdiprimope- lo, ha calcato le scene dei palasport e delle feste dell’Unità. Restituisca i suoi cachet”. Ivolontari dellafesta non ci stanno: “Allora, quando ci veniva lui?”, è il commento più fre- quente. L’ultima volta per il comi- co genovese fu nel 2005 alla Festa di Milano. Poi, Paganelli arriva al ca- pitolocosti dellakermesse: “La fe- sta si finanzia con quello che riesce a raccogliere”, dice, vago. Poi dà qualche particolare in più. Le due settimane e rotti a Campovolo, tra concerti e spettacoli serali (per al- cuni è effettivamente previsto un cachet), dibattiti politici e presen- tazioni di libri, serate con uomini di spettacolo e sportivi, organizzate dalla società di produzione “Stand by me”di Simona Ercolani, beni ali- mentari, bevande, costano 4 milio- ni di euro. Un quarto di questi soldi arriva daglisponsor privati(i prin- cipali sono Unipol, le Coop, Co- nad, Granarolo, la Confederazione italiana agricoltori, la Cna, ma an- che la Pepsi o la Frost, oltre ad al- cuni chehanno affittatodegli spa- zi, come Ford, Fiat, Nissan, Toyota, Suzuki, Seat, Mercedes, Chevrolet, Citroën, Dahiatsu, Alfa Romeo). Il bilancio sarà disponibile solo alla fine. Tradizionalmente è in attivo, o al massimo in pareggio: ovvero la festa ha sempre finanziato il partito e non viceversa. PERALTRO, la Festa dipende non direttamente dai democratici, ma da una società controllata, “Eventi Italia Feste”, che ha tra i suoi compiti principali proprio quello di attirare capitale privato. Il suo bilancionon fa partedi quello del Pd (la cui trasparenza e certi- ficazione viene sbandierata a ogni piè sospinto dal tesoriere, Antonio Misiani). In quello del 2010 del par- tito (l’ultimo completo disponibi- le) viene evidenziato, nei rapporti con tale società, uncredito di 143 mila euro, quale “fi n a n z i a m e n t o infruttifero, erogato per far fronte sia agliinvestimenti chealle spese di gestione nella fase di avvio”e un debito di 252mila euro, come com- penso per l’organizzazione della Festa di Torino. Presidente e ammi- nistratore delegato fino al 2010 era lo stesso organizzatore Paganelli, adesso è AntonellaTrevisonno, ar- rivata nel Pd come collaboratrice di Lusi, poi per anni braccio destro di Misiani.

“Caro Bersani” di Piero Ricca (da BeppeGrillo.it)

da BeppeGrillo.it 29/08/2012


Va bene, caro Bersani, se permetti, e la Digos non lo impedirà, proveremo a dirtelo in faccia anche noi, come tu hai chiesto ai terribili offensori del web, quel che pensiamo di te e del gruppo dirigente del Pd, limitandoci a ricordare fatti e rivolgervi domande, con molto garbo e sobrietà, come piace a voi. E non sarebbe la prima volta. Scommetto che tu e gli altri – anche se oggi gonfiate il petto contro quei fantasmi di fascismo che vi fanno tanto comodo – vi comporterete come sempre avete fatto: scapperete verso l’auto blu o il ristorante Valtellina circondati da guardie dell’ego sgomitanti e militonti inferociti. Da vigliacchi arroganti quali siete. Vi indispettisce tutto quel che non riuscite a controllare. Avete paura anche del MoVimento messo in campo per esasperazione da un comico (il cui successo elettorale annunciato dai sondaggi non è altro che il prodotto della marcescenza morale e politica in cui siete immersi, ma questo preferite non vederlo) non perché, come ognuno può legittimamente ritenere, sia populista, verbalmente violento o antipolitico – questa è la scusa miserabile – ma perché, che piaccia o no, sta organizzando la prima vera protesta elettorale di massa contro i privilegi e gli interessi ai quali non sapete rinunciare. E questo invece lo vedete benissimo.” Piero Ricca

L’ULTIMA ABBUFFATA Chi mangia con le Regionali 2010: i partiti dichiarano spese per 63 milioni di euro, ma ne incassano 185


Fatto Quotidiano 30/08/2012 di Carlo Tecce attualità
L a tabella pubblicata in pagina, fonte ufficiale Corte dei conti, è un as- saggio che dovrebbe sa- ziare. Ma le portate verranno servite ancora. Quelle che leggete sono le prime rate bonificate ai par- titi, ne mancano tre per sal- dare i rimborsi elettorali per le Regionali 2010. Un affare per i politici di mo- vimenti piccini e listoni pa- dronali, l’ennesima patacca per le casse pubbliche: di- chiarano spese per 63 milio- nidi euro e ne incassano 185. Tanto il controllo è postumo, La Corte dei Conti pubblica i nuovi dati: si notano i listoni (ormai morti) dei governatori che costano ancora torta divisa e quasi digeri- ta. In questa riffa di 45 agglome- rati di candidati, i pezzi più grossi finiscono ai partiti na- zionali: il Popolo della Libertà ha certificato costi per 20 mi- lioni di euro e con gli assegni 2010-2011 ha già pareggiato lo sforzo economico. Il Partito democratico può an- nunciare un guadagno di 6 milioni; la Lega Nord è in at- tivo di 5 milioni e l’Italia dei Valori di 2. La parte divertente, volendo sentirsi un po’ masochisti, la interpretano i listoni di una botta e via. Nel senso creati per l’occasione, e poi dissolt Io amo la Lucania di Magdi Cri- stiano Allam (editorialista de il Giornale) ha attraversato un’esistenza grama spenden- do circa 3mila euro, però si è rifatta con lo Stato: per il mo- mento, in banca ne ha rice- vuti 41mila. La rete raccat- ta-voti chiamata La Puglia pri- ma di tutto, una rete di con- solidate tradizioni e non sol- tanto per aver ospitato Patri- zia D’Addario in corsa per il comune di Bari, può godersi il successo con 500mila euro a fronte di uscite per 163mila euro. E la pacchia andrà avan- ti, sino al 2015. Anche i Pe n s i o n a t i sanno tene- re il pallottoliere: hanno scu- cito 45mila eu- ro e fanno bin- go con 350mi- la. Il movimento Autonomia e Di- r itti a sostegno di Agazio Loie- ro (Calabria) li batte tutti: di- chiara zero spe- se e si ritrova 290mila euro. Stessa fortuna per la coalizione Insieme per il P re s i d e n t e di Pri-Udeur-Nuovo Psi (Marche), Sinistra Ecologia e Libertà Pse,Movimento per le Au- tonomieePopolari Uniti. La Cor- te dei conti segnala questa se- quela di anomalie, ma la po- litica è maggiorenne, dice, e può correggere se stessa: se vuole, appunto. Le abbuffate ordinate anni fa non verranno interrotte, per carità. Ci sono numerosi cartelli elettorali che si scoprono in passivo, però c’è tempo e spa- zio per rimediare: la distribu- zione di denaro pubblico non si ferma. Non ora. Qualcuno deve completare il colpac- cio

Il V conto energia spiegato (Fabio Tognetti*).la grid parity quando l’energia prodotta dal fotovoltaico avrà lo stesso costo della tradizionale)


Redazione
gli impianti fotovoltaici che entreranno in vigore da adesso godranno del meccanismo di incentivazione che però riguarda la fascia con un consumo fino ad un di 12kw o 50 kW realizzati in sostituzione dell’eternit per il resto occore essere iscritti ad un registro (vedi sotto).
Il problema che secondo autorevoli analisti ipotizzano infatti che i fondi per finanziarlo si esauriranno a breve.
Il vero grande vantaggio ci sarà quando si raggiungerà Grid Parity chiamata la grid parity, cioè il momento in cui l’energia elettrica prodotta da fotovoltaico avrà lo stesso costo produttivo dell’energia tradizionale, per cui installarsi un impianto fotovoltaico sarà redditizio a prescindere dall’ottenimento di una qualche forma di incentivazione.

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Il V conto energia spiegato (Fabio Tognetti*)..