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La manifestazione del 9 dicembre, un giorno dopo.

Fonte Altrainfornmazione.it 10 dicembre, 2013 di Marco Pizzutti attualità
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Ieri ha avuto inizio la manifestazione pacifica dei cittadini contro l’austerity annunciata dal web e dai piccoli network d’informazione indipendente. Come prevedibile, alcuni scontri con la polizia sono stati provocati dalla solita minoranza di infiltrati e/o facinorosi che ha danneggiato l’immagine pubblica dell’iniziativa. Tali episodi di violenza sono stati poi utilizzati ad arte dai media mainstream per demonizzare l’intero movimento di cittadini. – See more at: http://www.altrainformazione.it/wp/2013/12/10/la-manifestazione-del-9-dicembre-un-giorno-dopo/#sthash.S805aNsp.dpuf

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Contrariamente a ciò che vuol far credere l’inutile e morente partitocrazia asservita ai poteri forti, la stragrande maggioranza dei partecipanti è determinata nella protesta ma fortemente contraria alla violenza. Questa manifestazione proclamata a oltranza (quindi oltre il 9 dicembre) che si sta svolgendo in tutto il paese ha un cuore rivoluzionario e tra i manifestanti ci sono persone (anche giovanissimi) provenienti da ogni ceto sociale
. Diversamente da quanto previsto dagli scettici del web, l’evento sta effettivamente coinvolgendo un gran numero di persone. Sui social network molte pagine sono state dedicate alla prima giornata di protesta con aggiornamenti in diretta dalle piazze, foto e video che dimostrano la volontà di “cambiare, di ribaltare una situazione di oppressione fiscale che ormai è diventata insostenibile, sia per il cittadino medio che per gli imprenditori” si legge su Facebook.
In diversi video la polizia appare dalla parte dei manifestanti ma le fonti ufficiali hanno ridimensionato la vicenda come un comportamento ordinario per alleggerire la tensione. In ogni caso, visto il carattere pacifico della protesta i manifestanti hanno accolto questo comportamento delle forze dell’ordine con gli applausi:
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Tra i manifestanti anche diversi imprenditori, che si dichiarano stanchi delle tasse e delle condizioni impossibili nell’acquisto di un prodotto o servizio, di un economia che al momento è congestionata, tanto da portare gli stessi imprenditori in piazza per protestare.
Segue il comunicato ufficiale degli organizzatori della protesta condiviso su Facebook in questi giorni:
Venerdì, 06/12/2013
L’incontro tra il Sindacato Confederato Autonomi di Polizia, ed alcuni membri del Coordinamento 9 Dicembre 2013 è stato molto costruttivo per la Sicurezza Nazionale.
La manifestazione ad oltranza del 09-12-2013 sarà una manifestazione spontanea dei cittadini, senza nessun simbolo rappresentativo, né di movimento né di partito, per cercare di proteggere la Repubblica Italiana, e la Carta Costituzionale.
Secondo il parere di moltissime persone, oggi diversi politici, non stanno rispettando le leggi, ma stanno mettendo a rischio il Sistema di Sicurezza della Repubblica Italiana, conducendo tutti all’esasperazione, privandoli di molti diritti chiaramente citati nella Carta Costituzionale.
Pertanto molti cittadini per Sovranità Popolare, chiedono che tutti i parlamentari si dimettano e chiedono il nostro appoggio, visto che tra loro ci sono i nostri genitori, i nostri figli e fratelli, ma per la divisa che indossiamo, possiamo limitarci solo ad appoggiarli moralmente.
La cosa che ribadiscono in questa sede, che ogni cittadino o membro di coordinamento, sarà responsabile solo delle proprie azioni.
Nel rispetto di tutti gli Italiani i quali non si riconoscono più in nessun movimento o partito politico, che sicuramente cercherà di cavalcare l’onda, tutti i cittadini, sono invitati a collaborare per individuare e denunciare eventuali facinorosi, violenti o gruppi vandalici, che potrebbero
compromettere la delicata operazione di protesta pacifica, così come la potremmo battezzare “9 Dicembre Operazione Gandhi”
Il 9 dicembre, ogni cittadino ha il diritto di scendere in piazza autonomamente per dare solidarietà a chi oggi è sull’orlo del precipizio, e convincerlo che uniti ce la possiamo fare.
Ecco il video condiviso su facebook insieme al comunicato:
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Tragedia Sardegna. Il fax di allerta massima era stato inviato, ma gli uffici comunali erano chiusi

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arrticolotre del Giovedì, Novembre 21, 2013 Redazione attualità –
Il fax con l’allerta era arrivato, ma i municipi erano già chiusi. Lo ha reso noto il sito internet del Corriere della Sera.
La catastrofe che ha devastato la Sardegna con 16 morti era stata prevista e segnalata dalla Protezione Civile attraverso un fax inviato ai municipi che, di domenica, erano chiusi. Il comunicato di allerta con il massimo della gravità era quindi arrivato dodici ore prima del disastro, ma non aveva trovato nessuno a riceverlo. Il lunedì mattina, ormai, era tardi. Crescono le polemiche attorno alle istituzioni, accusate di aver sottovalutato i bollettini meteo.
A parlare è anche Antonio Sanò di “Ilmeteo.it” che sostiene di aver avvertito della pericolosità della perturbazione in arrivo già dalle previsioni del giovedì. I cittadini, che sono al lavoro per dare sostegno alle persone in difficoltà, agli sfollati e alle famiglie delle vittime, se la prendono con forza contro i propri politici. “Ora si danno da fare per sistemare la situazione ma prima approvano programmi edilizi e urbanistici che sfasciano il territorio”, dice il leader dei Verdi Angelo Bonelli.
E parte immediato il botta e risposta con il governatore della regione Ugo Cappellacci: “Basta giocare bluff da biscazziere da strapazzo”.
Interviene anche il capo della Protezione Civile, Franco Gabrieli, che difende le previsioni metereologiche: “Sicuro che se i sindaci sapessero quali sono le loro responsabilità sulla protezione civile avremmo una crisi vocazionale – spiega – Si lamentano per i soldi che non hanno e perché si sentono soli ma chi vuole sa come organizzarsi, anche nei Comuni piccolissimi”.

Quote latte: uno scandalo!

Fonte Fonte: blitzquotidiano.it 19 novembre, 2013 attualità
Un algoritmo sbagliato, secondo il quale una mucca può fare latte fino a 82 anni: è così, gonfiando il parco bovini del nostro Paese del 20%, che l’Agea ha calcolato per anni le quote latte. Quelle quote che gli allevatori italiani hanno sforato, costando alle casse dello Stato 1,7 miliardi di sanzioni (dei 4 totali coi quali l’Europa ha multato l’Italia e i suoi allevatori). Ora i funzionari dell’Agea sono indagati per falso in atto pubblico dalla procura di Roma, come riporta Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera: “Sulla scorta di una querela sporta a Roma contro Agea da parte di un gruppo di allevatori milanesi rappresentati dall’avvocato Consuelo Bosisio, la magistratura è stata investita della non corretta quantificazione delle quote latte, e quindi degli errori di calcolo nelle sanzioni inflitte per il superamento teorico della singola quota latte attribuita…. – See more at: http://www.altrainformazione.it/wp/2013/11/19/quote-latte-uno-scandalo/#sthash.kTcQL9uL.dpuf

LA GUERRA DEL DEBITO: UNA MODERNA TRAGEDIA GRECA

Greece Former State Broadcaster

Fonte Information Clearing House DI ANDREW GAVIN MARSHALL 13 novembre, 2013 attualità
All’inizio della giornata di giovedì 7 novembre, la squadra antisommossa della polizia greca ha assaltato gli uffici della principale emittente pubblica della nazione la quale, da cinque mesi, era occupata dai lavoratori, i quali si opponevano alla decisione del governo di cessare l’attività della stessa, licenziando migliaia di dipendenti e distruggendo un’importante istituzione culturale.
Sembra che la trasmissione sia giunta alla fine.
Continua la lunga e dolorosa tragedia greca: la società e la cultura vengono distrutte, le persone impoverite e condotte verso una profonda depressione.
Si verificano la crescita di conflitti politici e sociali, l’ascesa del fascismo, l’aumento, all’interno dei campi profughi, del numero di immigrati provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente, che tentano di scappare dai dittatori che noi armiamo, dalle guerre che supportiamo; si intensificano i casi di suicidio, il degrado di salute e benessere, la scomparsa di servizi e sostegni a favore della popolazione; le persone sono condannate ad essere punite, umiliate, oppresse e distrutte… Queste sono le cosiddette “soluzioni” alla crisi, in nome del “risanamento economico”… Pensateci per un attimo.
Per quale motivo accade ciò? Perché lo richiedono alcune delle principali banche mondiali. Le stesse banche che hanno dato vita alla crisi finanziaria mondiale, alla crisi del debito europeo, alla crisi alimentare globale (la quale riduce alla fame decine di milioni di persone, incrementando, allo stesso tempo, la ricchezza delle sopraccitate banche); che riciclano centinaia di miliardi di dollari nel business del traffico di droga e della vendita di armi, finanziando guerra e terrorismo. Quelle banche esigono che gli abitanti della Grecia (e della Spagna, e dell’Italia, del Portogallo, e dell’Irlanda, e ovunque, sempre, in tutto il mondo) paghino gli interessi che reputano siano loro dovuti.
Permettetemi di spiegarlo il più semplicemente possibile: lo schermo di un computer, da qualche parte all’interno di una grande banca, ritiene che alcuni Paesi debbano a tale banca una certa somma di denaro, così gli abitanti di tale Paese devono soffrire e addirittura morire, in modo che il Governo si possa permettere di ripagare la banca. È questa la funzione del Governo, giusto? Servire le banche… Giusto?
La Grecia deve pagare le banche, perché le banche e tutti i loro amici (i cosiddetti “mercati finanziari”) hanno deciso di punire il Paese scommettendo contro la sua abilità di risanare il proprio debito, facendo crollare la sua affidabilità creditizia, rendendo maggiormente dispendiosa e, quindi, impossibile la sua capacità di prendere in prestito denaro e di reinvestirlo. A questo punto, la Grecia è fondamentalmente in bancarotta. Necessitando di denaro, si rivolge alla UE, alla Banca Centrale Europea e al Fondo Monetario Internazionale in cerca di “supporto”.
Essi pretendono che il Paese – per restituire il prestito [o i prestiti, ndt] – impoverisca la popolazione, tagli i servizi sociali, l’assistenza sanitaria, l’educazione, qualsiasi cosa vada a vantaggio della popolazione – lo distrugga! – perché “troppo costoso”. Queste sono le cosiddette “misure di austerità”. Poi bisogna assicurare che siano revocati alla popolazione recentemente impoverita tutti i suoi benefici, precedentemente garantiti attraverso il “patto sociale” tra questa e il Governo (sostanzialmente, un accordo che legittima il potere dello Stato di governare sulla popolazione). Tutto ciò deve essere annientato. Cose come pensioni, salvaguardia sociale, diritti e regolamentazioni del lavoro, protezione e sicurezza, industrie, risorse, servizi e ancora tutto ciò che è un bene della popolazione, deve essere demolito e svenduto a banche e aziende straniere. Demolito per assicurare che il Paese e la popolazione appena impoveriti possano essere effettivamente ed efficientemente sfruttate da aziende multinazionali. Queste sono le “riforme strutturali”, presumibilmente chiamate così perché “riformano” la struttura propria della società.
A questo punto, con la combinazione di impoverimento e sfruttamento, arriva la luce santa di ciò che guida in modo integrale il desiderio umano e la civiltà – il nostro obiettivo ed il nostro destino come specie su questo pianeta, il fondamento sul quale sorgono le nostre società, lo stadio più elevato dell’umanità: “la crescita economica”.
Chi non vorrebbe la “crescita”? Beh, a meno che non si parli di qualcosa come verruche, eruzioni cutanee, infezioni, infiammazioni, o di tumori, chiunque desidera la “crescita”, giusto? Anche se a farne le spese sono intere società e popolazioni costituite da esseri umani in carne e ossa, nella loro individualità, come ognuno di noi. Finché si soffrirà in nome della crescita, tutti saranno felici e contenti.
Allora, qual è il significato di “crescita”? Significa che le banche e le aziende – le quali hanno collaborato con le agenzie governative e i loro funzionari, specialmente nella creazione della crisi economica e finanziaria globale – adesso hanno la possibilità di raccogliere i benefici della distruzione: enormi profitti che ne aumentino il potere globale. Le grandi multinazionali possiedono più denaro di molte delle Nazioni della Terra. Il loro potere è salvaguardato dallo Stato, la loro influenza indiscussa, il loro controllo sulle risorse mondiali, sui materiali, sulla cultura e sull’intera società è in rapido avanzamento e sono – istituzionalmente e ideologicamente – totalitarie. Cosa c’è di non apprezzabile in tutto questo?
È proprio questo ciò che vogliono. Profitti e potere. Il nostro mondo è controllato e rimodellato da una minuscola élite finanziaria, industriale, politica e intellettuale. E la maggior parte delle persone deve soffrire in modo che questa possa ottenere tutto ciò che chiunque nella stessa posizione vorrebbe avere: anzi, essi vogliono tutto. Ed esigono che si taccia su queste questioni dando loro modo di impossessarsi di tutto. Se qualcuno dovesse avere problemi a riguardo, bene, è a questo che servono squadre antisommossa, prigioni e fascismo.
Ecco il motivo per cui la Grecia deve soffrire. Ecco perché ascoltiamo continuamente il dissacrante mantra della trinità economica: austerità, riforma strutturale e crescita economica.
La moderna Tragedia Greca della “Guerra del Debito” è condotta dal trio tirannico conosciuto come “Troika”: la Commissione Europea (un’élite sopranazionale non eletta, esente da qualsiasi tipo di responsabilità, di tecnocrati che salvaguardano gli interessi delle multinazionali e del potere finanziario), la Banca Centrale Europea (tecnocrati ed economisti non eletti che si occupano degli interessi dei “mercati finanziari” e delle grandi banche) e il Fondo Monetario Internazionale (tecnocrati ed economisti non eletti che fanno gli interessi della finanza globale e delle corporazioni). Questa “Troika” di istituzioni (Commissione Europea, BCE e FMI) ha rappresentato la realizzazione concreta di quella ideologica: austerità, riforma strutturale e crescita economica.
Insieme istituzionalmente ed ideologicamente, questi fanno precipitare l’umanità nel caos.
Benvenuti nel periodo più FOLLE nella storia dell’umanità; il tutto o niente. Benvenuti nella realtà.
Ora, per piacere, vorreste cortesemente favorire il cambiamento?
Andrew Gavin Marshall è ricercatore indipendente e scrittore di Montreal, Canada, che ha pubblicato numerosi saggi legati a tematiche sociali, politiche, economiche e storiche. È co-autore del libro “The Global Economic Crisis: The Great Depression of the XXI Century” [“La crisi economica globale: la Grande Depressione del XXI secolo”, ndt].
Fonte: http://www.informationclearinghouse.info
Link: http://www.informationclearinghouse.info/article36789.htm
Traduzione per http://www.comedonchisciotte.org a cura di ILREANA
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Anteprima Servizio Pubblico Puntata del 14 NOVEMBRE 2013 “GOODBYE ITALIA”

Video, temi ed ospiti della puntata di Servizio Pubblico in onda, su La7, il 14 novembre 201s12

Fonte unoduetre.com del 14/11/2013 attualità
“Goodbye Italia” è il titolo dell’ottava puntata di Servizio Pubblico, il programma di Michele Santoro in onda giovedì 14 novembre, alle 21.10, su La7. Ospiti in studio Stefano Fassina, viceministro Economia e Finanze, l’economista Alberto Bagnai ed il vicedirettore di Libero Franco Bechis.
Il rinnovamento, passa per un[a] settantenne. Chi? Escluso Silvio, che marcia spedito verso gli ottanta, rimane una signorotta di Rapallo, l’unica che, stando a quanto riporta il quotidiano Libero e riprende il blog di Beppe Grillo, ha preso parte ai casting di Villa Gernetto, a Lesmo (Mb), già sede dell’Università del Pensiero liberale, dove ieri, alla presenza di Silvio Berlusconi, si sarebbe dovuta selezionare la nuova classe dirigente di Forza Italia. 120 i candidati attesi, tutti direttamente indicati da amici di Berlusconi e da rappresentanti di importanti associazioni di categoria; solo una, solo lei, Maria Antonietta Tamburrano, presente all’appello: “Sono un’ex imprenditrice. Ho lavorato prima come manager e poi come direttore commerciale in un’azienda. In quegli anni ero talmente presa dal lavoro che non ho mai avuto il tempo di dedicarmi alla politica. Adesso invece…“. Potrebbe essere una settantenne, dunque, il volto nuovo promesso dal quasi ottantenne leader del centrodestra, in cerca di facce pulite e rassicuranti per l’edizione 2.0 di Forza Italia, che, stando così le cose, potrebbe divenire il partito prediletto dai gerontofili di tutta Italia. A decidere, come si conviene in una democrazia, quindi in un partito che della difesa della democrazia ha fatto la sua ragione d’essere, sarà solo ed esclusivamente lui, il Santo di Arcore, che però avrebbe affidato a Publitalia l’organizzazione dei casting. “Le domande con curriculum vanno presentate direttamente a Villa S. Martino, ad Arcore. È Berlusconi infatti a decidere, non il partito“, riferiscono dal coordinamento regionale del Pdl, dove, probabilmente, non sanno ancora che le liste sono già complete e non c’è più posto (forse non c’è mai stato) per politici in erba fuori dal “Sistema Berlusconi” (copyright Michelle Bonev).

Veniamo alla puntata di Servizio Pubblico, dal titolo “Goodbye Italia“, in onda questa sera, su La7. Negli ultimi anni, in Italia, il numero dei poveri è raddoppiato, raggiungendo la cifra record di 4,8 milioni mentre si allarga ogni giorno il divario tra chi è ricco e chi non ha soldi da spendere. Come si fa a parlare di sinistra se non si riesce a trovare un antidoto alla crescente povertà ed alla forbice sociale che oggi divide gli italiani?

Ospiti in studio Stefano Fassina, viceministro Economia e Finanze, l’economista Alberto Bagnai ed il vicedirettore di Libero Franco Bechis.

IL CLUB DELLA CUPOLA EUROPEA DEL BUSINESS

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Fonte Libero pensiero DI SERGIO DI CORI MODIGLIANI del 13 novembre, 2013 attualità
arliamo di cose serie e cominciamo a fare i nomi. Veri.
Quali sono le personalità più influenti nel mondo politico-economico, in Italia?
Berlusconi? Letta? Alfano? Cicchitto? D’Alema? Casini? Monti?……
Nessuno di questi.
Sono tutti intercambiabili.
Sono tutte persone di seconda fila il cui compito consiste nell’imbonire gli italiani, ciascuno secondo le proprie competenze, per far loro credere di vivere sotto una democrazia e quindi eseguire gli ordini dei loro veri padroni.
Chi decide in Europa?
Merkel? Van Rompuy? Olli Rehn? Barroso? Draghi?
Nessuno di questi.
Sono tutti intercambiabili.
Sono tutte persone di seconda fila il cui compito consiste ecc., ecc.
Se io vi dicessi che, oggi come oggi, la persona più importante, più influente, e decisiva, nel campo delle tematiche sociali in Italia -tanto per fare un esempio- è un certo Carlo Bozotti, il 99,99% dei lettori si metterebbe a dire sostenendo “ma chi lo conosce a questo?”.
Infatti.
Qui sta il punto.
Chi decide in Europa è un pugno di uomini, ben allenati, amici tra di loro di lunga data.
Sono una cinquantina.
Costoro, sono la vera cupola che sovrintende ai destini degli europei.
Loro decidono chi governa e chi non lo fa. Loro stabiliscono se l’Italia avrà le larghe intese, se la Germania avrà la grossekoalition e se è il caso che il Belgio abbia o non abbia un governo.
Loro decidono quali Leggi far passare in Italia e nel resto d’Europa.
Loro decidono quanti disoccupati ci devono essere o non essere e se le imprese italiane devono o non devono essere pagate.
Sono tutti membri del più potente club del pianeta Terra.
In confronto, il Bilderberg è folclore per nuovi ricchi a caccia di status sociale da esibire.
Ecco, qui di seguito, tutti i nomi suddivisi per nazionalità e ordine alfabetico.
http://ert.eu/members
Il Club è nato nel 1982 e fortemente voluto, allora, da Ronald Reagan che ne affidò l’iniziale cura a Licio Gelli; costituisce lo zoccolo duro delle persone che prendono ogni decisione in Europa.
Complessivamente è stato calcolato che hanno a disposizione un budget intorno a 1,28 miliardi di euro, utili per pagare (e soprattutto coloro) che si dimostra necessario mettere nella lista della spesa per far varare leggi, dispositivi, spostare capitali, lanciare leader politici, ecc.
Il club si chiama ERT EUROPE.
Tranquilli! ecco il link: http://ert.eu/ #sthash.zcpWJTpP.dpuf
E’ ufficiale. Non sono più clandestini. Lo erano fino a pochi mesi fa.
Ormai, convinti di aver vinto, si sono aperti il loro bravo sito dove si presentano per ciò che essi sono, suddivisi per segmenti, settori di competenze, segmenti di mercato.
I fondatori, circa 30 anni fa, sono le persone che vedete nella fotografia in bacheca. Loro sono davvero orgogliosi (e lo comprendo) delle loro origini. Le persone che vedete nella immagine sono:
Karl Beurle (Thyssen), Carlo De Benedetti (Olivetti), Curt Nicolin (ASEA), Harry Gray (United Technologies), John Harvey – Jones (ICI), Wolfgang Seelig (Siemens), Umberto Agnelli (Fiat), Peter Baxendell (Shell), Olivier Lecerf (Lafarge Coppée), José Bidegain (Cie de St Gobain), Wisse Dekker (Philips) Antoine Riboud (BSN), Bernard Hanon (Renault), François-Xavier Ortoli (EC), Pehr G. Gyllenhammar (Volvo), Etienne Davignon (EC), Louis von Planta (Ciba-Geigy), Helmut Maucher (Nestlé).
Questo era il nucleo storico. Alcune di queste persone non esistono più, decedute, come Umberto Agnelli, Harry Gray e altri ancora. Alcune aziende sono state incorporate da altre e quindi i rappresentanti sono cambiati. Ma il progetto, la strategia e la finalità del 1982 rimane la stessa: gestire l’Europa Occidentale come piace a loro.
Controllano il 75% della produzione mediatica europea. Mediaset la controllano attraverso gli incroci azionari trasversali e Berlusconi non lo hanno mai voluto dentro perchè lo considerano inattendibile e inaffidabile, troppo individualista per i loro gusti, gli danno ordini dall’esterno. Controllano le borse, i mercati, gli investimenti industriali. Stabiliscono le assunzioni nelle corporation, nelle aziende statali strategiche, le commesse militari, chi deve andare su, chi deve andare giù, chi deve andare a dirigere i canali televisivi, i giornali, le banche.
Le persone di questa lista, tutte insieme, hanno 1.500 uffici (perfettamente legali) a Bruxelles nei quali si dedicano e si occupano di lobby gestendo i rapporti con le apposite e specifiche commissioni europee.
Parlare quindi di Berlusconi o di Letta è inutile; sono persone che non contano nulla.
Questi sono quelli che decidono.
La loro attività è stata spulciata, monitorizzata e analizzata nell’ultimo anno da un migliaio circa di folli internauti (tra cui il sottoscritto) disseminati in Europa e California e dalla prossima settimana, partendo dalla Francia, inizia il processo di presentazione pubblica della cupola. Un gruppo di giornalisti investigativi anglo-americani, in accordo con un gruppo di intellettuali francesi e austriaci, hanno prodotto un documentario nel quale raccontano le gesta dei 15.650 impiegati a pieno regime che lavorano a Bruxelles per questa organizzazione al fine di fare business. Puro business. Loro sono i monarchi, noi siamo i loro sudditi. Per queste persone noi non esistiamo come esseri umani, siamo -come ha ben sintetizzato il grande sociologo Zygmunt Bauman- un danno collaterale.
Il loro obiettivo strategico, in questa fase attuale, consiste nel distruggere ogni tentativo di costruire modelli di cittadinanza attiva e di opposizione ai partiti che loro controllano e finanziano in Europa. Dalla prossima settimana, inizia la diffusione in diverse città di Europa del documentario intitolato “The Brussels Business” e diretto da Friedrich Moser e Mathieu Lieuthert che verrà proiettato in diverse città europee e poi diffuso anche in rete. Successivamente, comunicherò dove e quando è possibile vederlo a Roma, Milano, Palermo, Bologna.
E’ intorno a questo club che si gioca la partita d’Europa; è fondamentale, quindi, conoscerne la genesi, la modalità di comportamento, la strategia di impiego. In tal modo sarà utile poter cominciare a parlare delle questioni vere sapendo chi sono gli interlocutori veri, di cui in televisione e sul cartaceo non sentirete mai neppure una parola al riguardo.
Sono suddivisi in settori:
Competition Policy
Chairman: Jacob Wallenberg Convenor: Wolfgang Kopf Contact: Roeland Van der Stappen
Competitiveness
Chairman: Peter Löscher Convenor: Contact: Roeland Van der Stappen
Energy & Climate Change
Chairman: Bruno Lafont Convenor: Vincent Mages Contact: Kimberley Lansford
Raw Materials
Chairman: Convenor: Gunnar S. Jungk Contact: Roeland Van der Stappen
Societal Changes
Chairman: Carlo Bozotti Convenor: Tjerk Hooghiemstra Contact: Kimberley Lansford
Trade and Market Access
Chairman: Nils S. Andersen Convenor: Anders Würtzen Contact: Roeland Van der Stappen
CFO Task Force
Chairman: Peter R. Voser Convenor: Simon Henry Contact: Roeland Van der Stappen
(n.d.r: per CFO si intende tutta la normativa europea che riguarda finanza pubblica, suo impiego, sua tassazione, sua normativa)
Il nostro bravo Bozotti che dirige e coordina tutti gli aspetti legati alle politiche sociali in Europa è uno dei più importanti imprenditori italiani, leader nella produzione dei semi-conduttori, che ha il compito di assumere il controllo di tutta la produzione elettronica imbavagliando la rete. L’importanza del suo nome e della sua posizione è venuta fuori grazie al pragmatismo anglo-sassone. Un blogger, infatti, che si occupa di finanza, è rimasto colpito dal fatto che per ben tre volte il nostro concittadino entrasse dentro importanti aziende, le facesse fallire, e quando erano decotte poi venisse saldato con parcelle principesche. In una pubblicazione on line di cui avete qui il link http://www.electronicsweekly.com/ si chiedeva come mai ciò avvenisse, e poi si è dato da fare e ha costruito per noi la biografia di questo imprenditore, gentilmente condivisa con il popolo della rete http://www.leadersmag.com
Qui di seguito c’è la biografia del nostro sconosciuto imprenditore: Carlo Bozotti has held his current position since March 2005. He is the sole member of the Management Board and chairs the company’s Corporate Executive Committee and Corporate Strategic Committee. Bozotti also serves as Vice-Chairman of the Board of Directors at ST-Ericsson SA. He joined SGS-ATES (later renamed SGS Microelettronica), a predecessor company to STMicroelectronics, in 1977. Ten years later, SGS Microelettronica of Italy merged with Thomson Semiconducteurs of France and is today STMicroelectronics, which is among the leading semiconductor companies worldwide, Bozotti became General Manager of the Telecom Product Division and, subsequently, he was promoted to Director of Corporate Strategic Marketing and Key Accounts, and later, to Corporate Vice President, Marketing and Sales, Americas. In 1994, Bozotti was appointed Corporate Vice President for Europe and the Headquarters Regions. From 1998 to 2005, he served as Corporate Vice President and General Manager of the Memory Products Group. In 2011, Bozotti began a second (nonconsecutive) term as the President of the European Semiconductor Industry Association (ESIA).
He graduated with a degree in Electronic Engineering from the University of Pavia, Italy.
Queste sono le persone che “stanno facendo oggi l’Europa e hanno fatto l’Europa così come oggi essa è”.
E’ compito di ogni europeo pensante, di ogni professionista della comunicazione, di ogni intellettuale, di ogni libero cittadino, diffondere i nomi e ogni mansione e caratteristica pertinente di questi personaggi. Sapere chi sono e che cosa fanno e come lo fanno è fondamentale per aumentare le possibilità statistiche di poter vincere la battaglia europea per fermare questo massacro e avviare un processo di rifondazione dell’Europa dei Diritti Civili, della Cultura, della Civiltà.
Se non sappiamo neppure chi sono come possiamo minimamente pensare di essere in grado di poterli contrastare?
Sergio Di Cori Modigliani
Fonte: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/
Link: http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2013/11/seconda-parte-il-club-della-cupola.html
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GRECIA: AVVERTIMENTO A SYRIZIA, DIETRO GLI OMICIDI POLITICI CI SONO I POTERI FORTI DELL’EUROPA

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Fonte ilsussidiario.net DI PIETRO INVERNIZZI 11 novembre, 2013 attualità
“Dietro la catena di omicidi a sfondo politico che da due mesi stanno insanguinando la Grecia si nascondono delle forze che dall’esterno del Paese vogliono intimorire i nostri partiti politici per dissuaderli dal fare la voce grossa con l’Ue”. Lo afferma Dimitri Deliolanes, corrispondente da Roma per la radio tv pubblica greca ERT. Il premier Antonis Samaras, del partito di centrodestra Nea Dimokratia, aveva parlato della possibilità di istituire un reato per punire la propaganda anti-europea. Le critiche da parte di esponenti del suo stesso partito hanno convinto Samaras a fare marcia indietro, ma intanto diversi siti web hanno diffuso una bufala affermando che la legge sarebbe già stata approvata.
Per Deliolanes, al di là delle parole di Samaras che sono soltanto una gaffe, sono due gli elementi importanti di cui tenere conto. Da un lato c’è il diffondersi del partito di estrema destra Alba Dorata, due dei cui esponenti sono stati assassinati sabato in circostanze poco chiare. Dall’altra c’è la grave instabilità del governo, che presto sarà rimpiazzato da Syriza, un partito di sinistra anti-euro. Giovedì intanto la polizia ha fatto irruzione nella sede della tv greca ERT, che era stata ufficialmente chiusa l’11 giugno ma aveva continuato le trasmissioni, sgomberando i giornalisti che stavano lavorando al suo interno.
Deliolanes, partiamo dalla bufala sulla legge sui reati di opinione. Come è nata?
Il premier Samaras nel corso di una dichiarazione mentre si trovava a Londra, dopo l’offensiva giudiziaria contro i membri di Alba Dorata, ha detto che il governo aveva l’intenzione di penalizzare la propaganda anti-europea. Samaras è stato però criticato da esponenti del suo stesso governo, e poi non se ne è più parlato. Nel frattempo però George Delastik, un giornalista greco molto vicino al Partito Comunista, aveva dato molta enfasi alla dichiarazione del premier, e così la notizia si è diffusa anche all’estero.
Anche se non c’è nessuna legge, è possibile che la repressione del dissenso arrivi a questi livelli?
Sì, è possibile. In Grecia c’è una tensione che arriva alle stelle. Lo abbiamo visto ieri con l’uccisione dei due membri di Alba Dorata. Attraversiamo una situazione estremamente delicata, ed è quindi probabile che il premier abbia accarezzato un’idea di repressione più dura.
In che modo Samaras sta gestendo la situazione?
La politica del governo è autoritaria, cerca di imporre la legge e l’ordine, ma lo fa in modo molto dilettantesco e grossolano. E’ innegabile che ci sia una esigenza di maggiore sicurezza rispetto a una criminalità dilagante. I cittadini vorrebbero vedere la polizia per le strade, per dare una risposta alla microcriminalità che provoca turbamento nell’opinione pubblica. Il governo però ha risposto dando carta bianca ai poliziotti per picchiare immigrati che vendevano borse finte, in modo che Alba Dorata non prenda più voti. La polizia greca ha bisogno di essere riformata ed educata alla legalità. Nulla è pericoloso come dire a un agente greco “Vai e reprimi”. Gli mancano infatti l’addestramento e la mentalità giusta e gli stessi funzionari di polizia non sono in grado di preparare adeguatamente i loro uomini.
C’è qualcuno che vuole destabilizzare la Grecia? E’ questo il vero scopo degli omicidi avvenuti negli ultimi due mesi per le strade di Atene. Ciò si inserisce in un contesto politico molto delicato per l’intero Paese.
Ci spiega qual è la posta in gioco?
Il governo Samaras è estremamente debole e si trova sempre sul punto di cadere. Sia i nostri partner europei sia gli Stati Uniti si sono resi conto del fatto che il loro vero interlocutore è la sinistra di Syriza che otterrà la maggioranza nella prossima legislatura. Da un lato quindi è in atto un tentativo di intimidire Samaras. L’obiettivo è convincere l’attuale premier del fatto che non deve azzardarsi ad alzare la voce per cercare di fare ragionare la Trojka, in modo che non imponga nuove misure di austerità. Queste ultime spingerebbero il Paese nel caos, in quanto la nostra società non sarebbe in grado di reggerle, ma il rischio è che la Trojka prosegua comunque su questa strada.
A che serve minacciare un governo che rischia ogni giorno di cadere?
Proprio per questo, in realtà il vero destinatario degli avvertimenti è Syriza. Qualcuno dall’estero vuole fargli comprendere che se dovesse osare ergersi a paladino dei diritti dei greci qualcuno farà in modo che all’interno del Paese si trovi ad avere un fronte molto più violento e pesante con il quale dovrà fare i conti. Il messaggio del duplice omicidio di sabato era evidentemente questo, a prescindere da chi siano stati i suoi esecutori materiali. I sospetti della polizia sono rivolti verso un determinato gruppo anarchico-insurrezionalista-nichilista. Ma di fatto si tratta di un’area che può essere usata e strumentalizzata molto facilmente per compiere qualsiasi azione violenta e destabilizzante.
Come valuta invece l’irruzione della polizia nella sede ERT di Atene?
Ci troviamo di fronte a un governo con gravi problemi di consenso, stabilità, strategie e programma. E’ un governo in preda al panico, che vuole assolutamente controllare qualsiasi tipo di informazione. Quindi anche l’ultima “scintilla” di informazione non controllata, rappresentata negli ultimi 5 mesi dall’Ert autogestita, era vista come una sfida e una minaccia.
Perché arrivare a uno sgombero violento?
Il governo è stato costretto a ricorrere all’unico strumento che gli era rimasto, la polizia. La scena della polizia che fa irruzione in una tv pubblica autogestita con grande consenso e audience è una cosa da regime autoritario arabo. Si tratta di una realtà assolutamente al di fuori di qualsiasi concezione uno possa avere della democrazia europea, e che trovo davvero triste.
Pietro Vernizzi
Fonte: http://www.ilsussidiario.net
Link: http://www.ilsussidiario.net/News/Esteri/2013/11/11/GRECIA-Deliolanes-dietro-gli-omicidi-politici-ci-sono-i-poteri-forti-dell-Europa/441043/
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La Cassazione boccia i referendum sulla diaria e sulla riforma Fornero

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Niente da fare per i referendum sul taglio dei costi della politica e sul lavoro. La Cassazione li ha definiti inammissibili in quanto presentati prima della decorrenza dei sei mesi dai comizi elettorali.
-articolotre Redazione-12/11/2013 attualità
Niente referendum per tagliare i costi della politica né per modificare la riforma Fornero. La Cassazione ha dichiarato inammissibili entrambi perché sono stati presentati il 7 e il 9 gennaio e, nonostante oltre un milione di firme, la legge vieta di proporre referendum entro i sei mesi dai comizi elettorali.
Il primo chiedeva un’opinione ai cittadini sulla diaria dei politici, per annullare eventualmente il rimborso delle spese versato da ogni parlamentare per l’alloggio nella capitale. Il secondo invece voleva abrogare le modifiche dell’articolo 18 che la Fornero aveva introdotto.
Passa però il referendum che vuole annullare la riforma sui tribunali

e sulla loro nuova disposizione geografica. Ora che la Cassazione lo ha approvato spetterà alla Corte Costituzionale pronunciarsi su di esso.

Filippine, il tifone Haiyan fa 10mila morti L’ambasciatore: 12 italiani “irreperibili”

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Fonte L’unione sarda Lunedì 11 novembre 2013 readazione attualità

E’ salito a 10.000 persone morte forse in una sola provincia delle Filippine, quella di Leyte, il bilancio del supertifone Haiyan.

Sono una dozzina gli italiani che le autorità non riescono a rintracciare nelle Filippine, dopo la devastazione provocata dal tifone Haiyan. Lo ha dichiarato Massimo Roscigno, ambasciatore italiano a Manila: “Speriamo che si tratti sono di un problema di comunicazione”, ha aggiunto.

Il conteggio dei morti, intanto, parla di 10mila vittime secondo la polizia di Tacloban, una delle città più colpite. “Abbiamo avuto una riunione con il governatore della provincia la notte scorsa e basandoci sulle stime del governo, ci sono 10.000 morti”, ha detto alla stampa Elmer Soria, un alto dirigente della polizia. Secondo il National Disaster Risk Reduction and Management Council (Ndrrmc), le famiglie colpite sono 944.586, pari a 4,28 milioni di persone. Più del 40% dei 4 milioni di persone coinvolte sono bambini e ragazzi sotto i 18 anni di età. E’ quanto rileva in una nota l’Unicef, esprimendo preoccupazione. L’Unità di crisi della Farnesina, attraverso l’ambasciata d’Italia nelle Filippine, continua le verifiche per rintracciare gli italiani. Verifiche, si fa notare, rese difficili dalla complicata situazione delle comunicazioni nel Paese, con linee telefoniche e internet fuori uso in molte aree anche a causa dei blackout.

Il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso ha espresso “tristezza” e “solidarietà”, e ha porto le “condoglianze” per le vittime del tifone Haiyan in un messaggio al presidente delle Filippine Benigno Simeon Aquino. “La Commissione Ue ha già inviato una squadra in supporto alle autorità filippine – scrive Barroso – e siamo pronti a contribuire con soccorso urgente e assistenza se richiesto in queste ore di necessità”. Anche il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Pam) è pronto a fornire tutta l’assistenza possibile al governo delle Filippine per aiutare le persone colpite dal super tifone. Ieri operatori del Pam si sono uniti al governo in una verifica congiunta dei danni nelle province di Leyte e Samar, e altri team sono pronti a intervenire nelle prossime ore. Erano circa 50 anni che non si vedeva un tifone così, ed è stato un caso altrettanto raro che il tifone Haiyan sia “atterrato” in una zona densamente popolata: sono queste le caratteristiche che hanno creato un evento straordinario e tragico. “E’ un tifone di categoria 5, un evento portentoso della natura”, osserva Alfonso Sutera, del dipartimento di Fisica dell’università Sapienza di Roma.

IL MINISTRO DEGLI ESTERI – “La nostra Unità di crisi, che è in attività dai primi momenti, non mi ha comunicato nulla: però è troppo presto per escludere presenze di italiani tra i dispersi” nelle Filippine. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Emma Bonino.

Surreale: il Paese va a rotoli e la Camera si ferma per ore a discutere sulla questione del ristorante dei deputati

ristorante-montecitorioarticolotre Redazione- Ore ed ore a parlare del loro cibo. E’ successo alla Camera: la discussione-fiume sul ristorante dei deputati ha spaziato dalla richiesta di cibi biologici e a chilometri zero alla qualità scadente del cibo, per arrivare a una “questione di sicurezza nazionale” perché la mensa è gestita da una ditta inglese.
Tutto è partito da un ordine del giorno di Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle, che lamentava un congestionamento della mensa dei dipendenti della Camera (dove mangiano i parlamentari ‘grillini’), mentre il ristorante di Montecitorio resta vuoto.
Questa la trascrizione della discussione.
LUIGI DI MAIO (M5S). Signor Presidente, colgo l’occasione semplicemente per spiegare quello che ormai è un problema che riguarda questo palazzo, cioè la questione del ristorante dei deputati e del ristorante dei dipendenti. Da quando è arrivato il MoVimento 5 Stelle qui c’è un consistente numero di parlamentari che utilizza la mensa dei dipendenti, in qualche modo anche congestionandola – facciamo anche un po’ di mea culpa – e allo stesso tempo c’è il ristorante dei deputati che ha un calo di utenti.
<strong>LAURA BOLDRINI, Presidente. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.
ADRIANO ZACCAGNINI (M5S). Signor Presidente, in merito alla questione della mensa vorrei aggiungere, dato che ho dimenticato di farlo nel mio intervento sull’ordine del giorno, che è abbastanza assurdo che l’esternalizzazione della mensa sia stata affidata a una ditta inglese. Ora, l’ordine del giorno precedente non è stato accettato. Io mi auguro che questo punto, comunque, sia affrontato dal Collegio dei questori, anche per una questione di sicurezza nazionale, in quanto è abbastanza assurdo il fatto che noi, come italiani orgogliosi del made in Italy e delle nostre produzioni agroalimentari, ci riforniamo e ci cibiamo con cibo fornito da una ditta inglese, con scarsa qualità, tra l’altro, del cibo il cibo non è di qualità.
GREGORIO FONTANA, Questore (Pdl). Chiedo di parlare.
LAURA BOLDRINI, Presidente. Ne ha facoltà.
GREGORIO FONTANA, Questore (Pdl). Signor Presidente, intervengo brevemente su questo ordine del giorno. Per quanto riguarda l’ultimo intervento del deputato Zaccagnini, voglio dirle che la ditta titolare della gestione è una ditta che è subentrata a un’altra per una vicenda societaria. Comunque, il punto vero è che noi abbiamo bandito una nuova gara e al 31 dicembre scadrà questo contratto degli attuali gestori. Abbiamo bandito una gara europea secondo quanto previsto dalla legge. Per quanto riguarda la organizzazione, comprendo che alcuni deputati preferiscano andare al self-service e altri al ristorante, però io penso che, in questo senso, la stella polare che deve seguire il Collegio dei questori sia quella del risparmio. Con l’attuale gara si prevede un risparmio di ben due milioni di euro, e quindi penso che questo sia il dato importante.
LAURA BOLDRINI, Presidente. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l’onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO BIANCONI (Pdl). Signor Presidente, io sono contento che i questori abbiano deciso di risparmiare, ma già è un «avvelenatoio». Speriamo che, almeno sulla qualità, cerchino di non risparmiare. Quando fanno il bando, che ci si possa almeno mangiare !
LAURA BOLDRINI, Presidente. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE (Udc). Signor Presidente, intervengo solo per ricordare, perché qualche volta me ne dimentico anch’io, che noi facciamo parte dell’Unione europea e che all’interno dell’Unione europea esistono delle regole per le quali si fanno delle gare europee, e non si possono privilegiare aziende nazionali nelle gare europee.
STEFANO DAMBRUOSO, Questore (Sc). Chiedo di parlare.
LAURA BOLDRINI, Presidente. Ne ha facoltà.
STEFANO DAMBRUOSO, Questore (Sc). Signor Presidente, mi rendo conto che
stiamo parlando di cibo a quest’ora e, forse, il richiamo al tema è abbastanza pertinente, però, davvero, solo per chiarezza, soprattutto perché viene da questa parte dell’Aula, che amo monitorare con attenzione, rammento che, quando tutti noi andiamo a mangiare nel ristorante ufficiale, ciascuno di noi, anche se prende il brodino, paga e lascia, fa lasciare, 15 euro per ciascuno di noi a questo palazzo, e noi neanche ce ne accorgiamo. Quindi, quando andiamo in quel ristorante, lì si pagano 15 euro, mentre nella mensa di sotto se ne pagano 9. Giusto per completezza di informazione, senza polemica.
LAURA BOLDRINI, Presidente. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buonanno. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO (Lega). Signor Presidente, io intervengo su questo punto perché lo avevo già sottolineato qualche mese fa. Avevo fatto un intervento su cui il questore Fontana mi aveva poi anche fornito alcune valutazioni. Penso che sarebbe l’occasione di fare in modo… se posso parlare.
LAURA BOLDRINI, Presidente. Prego, vada avanti.
GIANLUCA BUONANNO (Lega). Visto che noi siamo i primi a dire che siamo tutti uguali, che siamo gente del popolo, che tutti dobbiamo far vedere che siamo persone normalissime, sarebbe il caso di fare in modo che la questione del ristorante venga sfruttata meglio. Per cui, se sotto c’è il self-service, non vedo perché non possa esserci anche sopra, e fare in modo che gli spazi, che molto spesso sono vuoti, possano invece essere pieni. E possiamo anche fare in modo che la gente che lavora al ristorante – in cui il personale è diminuito – magari invece possa essere incrementata, perché c’è anche un discorso di posti di lavoro di persone che vengono qui, che guadagnano magari 600-700 euro al mese per fare poi dei turni spezzettati che difficilmente possono portare loro un beneficio per quello che invece meriterebbero
LAURA BOLDRINI, Presidente. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI (Sc). Signor Presidente, volevo sottolineare che esiste in fisiologia un riflesso che è chiamato pavloviano, per il quale al ripetersi di alcuni tipi di stimoli i succhi gastrici si mettono in moto e attraverso, appunto, il ripetersi di questi stimoli condizionanti generano una condizione di bisogno impellente. Chiedo pertanto alla Presidenza se non intenda valutare un’interruzione, per poter assolvere, appunto, a questi bisogni fisiologici, non solo di carattere alimentare, per essere chiari, il ristorante, ma anche di altro genere.
LAURA BOLDRINI, Presidente. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI (Pd). Signor Presidente, io potrei avere un conflitto di interesse al contrario, nel senso che per me potreste chiudere sia la mensa che il ristorante: soprattutto in questo periodo non mi creerebbe alcun problema. Vorrei però dire all’onorevole Di Maio – e in questo vorrei invitarlo, se è possibile, a prendere in considerazione questa argomentazione ai fini di non porre in votazione – che noi dobbiamo guardare alle cose, possibilmente anche guardando fuori dall’Italia, infatti richiamiamo spesso il paragone con gli altri Paesi europei. Non penso che sia un argomento marginale, nel senso che capisco che simbolicamente serve dire: basta il ristorante, il privilegio e via dicendo. Però, in tutti i parlamenti, almeno europei – e penso che lo sappiate tutti – esistono i ristoranti all’interno delle istituzioni. Il problema è che a differenza di noi, questi ristoranti sono utilizzati come veicolo, anch’esso non unico, per fare in modo che anche la gente normale, attraverso l’andare al ristorante nelle istituzioni, conosca meglio le istituzioni, frequenti le istituzioni e via dicendo. Ci sono tanti ristoranti. In Germania il ristorante del Bundestag è aperto al pubblico. Allora, l’invito che io faccio, se c’è anche una gara – in questo senso non so se è condizionabile adesso, ma comunque è una cosa che si può vedere dopo – è non solo a tenere il ristorante della Camera, ovviamente risparmiando fin dove è possibile, ma a valorizzarlo molto di più. Infatti, certamente non sarà l’elemento essenziale, perché noi dovremmo fare molto meglio il nostro mestiere, però io ritengo utile fare in modo che ci sia un’occasione, la sera per esempio o nei giorni di festa, in cui magari si utilizzi il ristorante per fare delle visite all’interno della Camera. Potrebbe diventare una cosa che nell’immediato ci «rende» pensarla come un privilegio dei deputati, che poi ormai sappiamo non è più – e che al contempo invece può diventare un elemento che ci aiuta per far sì che vi sia una forma di avvicinamento all’istituzione.
ANDREA COLLETTI (M5S). Ringrazio il collega Giachetti che ci ha informato – io non lo sapevo personalmente – dell’attività culinaria degli altri parlamenti, che confligge con i numerosi scioperi della fame che fa normalmente e quindi non so come lo possa sapere.
LAURA BOLDRINI, Presidente. Ma cosa c’entra (Commenti) ?
ANDREA COLLETTI (M5S). Cosa c’entra lo dico io. Ma ad ogni modo, visto che il questore Fontanelli si preoccupava della sorte dei dipendenti – e noi ci teniamo molto alla sorte dei dipendenti – potremmo fare una boutade: perché non apriamo il ristorante anche per i dipendenti sotto ? Così avremmo un aumento dell’occupazione, visto che questo Governo sta aumentando la disoccupazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
LAURA BOLDRINI, Presidente. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Artini. Ne ha facoltà.
MASSIMO ARTINI (M5S). Signor Presidente, io volevo far presente all’Aula qual è la situazione che è accaduta al Senato in merito proprio alla ristorazione. Al Senato, fino all’inizio della legislatura, il ristorante era stato chiuso proprio per alcune problematiche relative alla contribuzione e per il fatto che i senatori, dopo aver ripristinato prezzi più onerosi per loro stessi, avevano smesso di andare al ristorante perché era troppo caro. Con la nuova gestione dei nuovi questori il ristorante è stato aperto senza nessun onere per il Senato e mantenendo quelle qualità operative che l’onorevole Giachetti ci faceva presenti prima. Quindi, io rifletterei anche su questa situazione: senza oneri per la Camera per il medesimo servizio e con costi concordati con chi ha la gestione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).