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ALLA RICERCA DELLA LIQUIDITA’ PERDUTA

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Fonte Comedonchisciotte DI MARCO DELLA LUNA da marcodellaluna.info 13/0/2013 attualità

Il sistema-paese soffre di arretratezza tecnologica e infrastrutturale, di inefficienza e dispendiosità della macchina amministrativa, di lentezza e corruzione di quella giudiziaria, di costi elevati di una politica e di una burocrazia ampiamente parassitarie, per non parlare dell’influenza istituzionale della criminalità organizzata e, ovviamente, della insostenibile pressione fiscale.
Il male di fondo, che toglie i mezzi anche per affrontare gli altri mali, e da cui direttamente dipendono insolvenze, fallimenti, licenziamenti, crollo di speranza, investimenti e consumi, è però un altro, ossia la carenza di mezzi monetari, il costo eccessivo (rispetto ai paesi competitori) del denaro, le difficoltà ad ottenere credito.

Una carenza crescente, sempre crescente, che, attraverso la deflazione, rende sempre più oneroso, difficile o impossibile, il pagamento degli interessi e dei debiti. E delle imposte. E dei contributi. Non dimenticate che la Corte dei Conti ha rilevato che molti enti pubblici sono morosi di parecchi miliardi di versamenti contributivi all’Inpdap-Inps. Corre voce, forse gonfiata, che questa mina esploderà presto.

Immaginiamo una pozza in cui l’acqua stia calando lentamente progressivamente. I pesci rossi, gialli e verdi boccheggiano. Perché cala l’acqua nella pozza? In parte evapora, in parte defluisce seguendo rigagnoli, in parte – la parte maggiore – si raccoglie in una cavità nascosta sotto il fondo dello stagno.

I pesci non hanno più lo strumento della creazione di liquido e non possono usarlo per compensare l’acqua che se ne va. Hanno ancora lo strumento fiscale, con cui possono distribuire l’acqua diversamente tra pesci rossi, gialli, verdi – ossia, tra settore pubblico e privato, tra nord e sud – ma non possono trattenerla né rabboccarla. Anzi, le misure fiscali tendono a far aumentare la fuga dei liquidi e scoraggiano gli investimenti stranieri. La gente comune non ha ben chiaro che i soldi che lo Stato prende con imposte e con la lotta all’evasione sono soldi che semplicemente si spostano all’interno della pozza, ma non aumentano la quantità di liquidi disponibile, quindi non alzano il livello dell’acqua nella pozza, ma semmai accelerano il suo deflusso.

L’acqua che evapora sono quei capitali – miliardi di Euro – che si spostano all’estero e vengono investiti in modi tali da sottrarsi al fisco nazionale (vedi scandalo Offshore-Leaks: 32.000 miliardi di dollari scoperti sinora, ovviamente in ambito globale). L’acqua che defluisce nei rigagnoli sono i liquidi che vanno all’estero come pagamenti di interessi e capitali (disavanzo commerciale), come rimesse degli immigrati (pensiamo particolarmente ai cinesi), come trasferimenti netti a favore di UE, MES, etc.

Su queste perdite di liquidi si può intervenire, ma solo marginalmente e non certo risolutivamente, anche perché per attrarre liquidità dall’estero mediante saldi attivi della bilancia commerciale, turismo e investimenti, dovremmo svalutare rispetto ai partners, ma questa opzione è preclusa dall’Euro, dalla cessione del controllo sui cambi. Il calo del livello dell’acqua continuerà inevitabilmente e mortalmente. Possiamo ritardare il calo, guadagnare qualche mese, ma non fermarlo, non cambiare l’esito, e l’esito è che i pesci moriranno uno dopo l’altro, sempre più velocemente. Lo stanno già facendo.

Diversamente dai pesci della pozza USA e della pozza del Sol Levante, noi non possiamo creare acqua per ristabilire il livello vitale, poiché anche questo potere l’abbiamo trasferito alla BCE, la quale, per statuto, non può fare interventi di questo tipo, che invece fanno la Fed con Obama e la BoJ con Shinzo Abe. La BCE e altri istituti internazionali ed esteri intervengono abbassando i tassi e dando denaro fresco alle banche e al settore finanziario, però questa liquidità non arriva, sostanzialmente alla pozza, ai pesci, all’economia reale – rimane dei circuiti finanziari, in impieghi che non pagano tasse nel Paese, perché le banche usano quei soldi non per prestiti all’economia reale, ma per chiudere buchi di bilancio (contenzioso sommerso) e per investimenti speculativi, più redditizi e sicuri in un’epoca di depressione con outlook sfavorevole. Anche i tassi rimangono alti e handicappanti nella competizione internazionale.

In conclusione, le possibilità di intervento sono scarse, marginali e nessuna è idonea a risanare la situazione e a rilanciare l’economia. Il dibattito attuale è quindi improduttivo.

Rimane l’acqua nascosta nella caverna sotto il fondo dello stagno. E la falla attraverso cui quell’acqua è finita nella caverna. E’ una falla causata da principi contabili errati, cioè non corrispondenti alla realtà economica, in materia monetaria e creditizia. Il concetto è estremamente semplice – così semplice, da risultare sfuggente, ma è oggettivo e verificabile. Si tratta di riuscire a riflettere sull’ovvio. Se si chiude la falla, migliorano drasticamente i bilanci delle banche commerciali, sia come conto economico, sia come stato patrimoniale; inoltre la erogazione dei crediti diventa molto più leggera patrimonialmente. Do per scontato che tutti sia noto che il sistema bancario opera attraverso un moltiplicatore, che gli consente di prestare un multiplo della raccolta – le banche non sono soltanto intermediari del credito, non si limitano a prestare la raccolta applicando una forbice sui tassi, ma creano liquidità – ecco perché il credit crunch è anche un liquidity crunch.

La falla consiste nel mancato rilevamento contabile, in conto di ricavo della banca, di una realtà economica oggettiva e fondamentale, ossia dell’acquisizione di potere d’acquisto (valore) da parte dei mezzi monetari – denaro primario e denaro creditizio, come assegni circolari, bonifici, lettere di credito, saldi attivi di conti correnti. I mezzi monetari non hanno un valore intrinseco non essendo fatti di metalli pregiati, né sono convertibili in metalli pregiati. Il loro valore, cioè il potere d’acquisto, non è prodotto dalla banca, ovviamente, la quale non produce beni reali; esso deriva dalla loro accettazione da parte del mercato, dal fatto che il mercato è disponibile a dare beni o servizi reali in cambio di essi, sebbene essi non siano beni reali. Essi quindi, nel momento in cui la banca li emette sotto forma di erogazione di credito o di acquisto diretto di titoli finanziari, assorbono o ricevono dall’esterno il valore, il potere di acquisto, e cessano di essere meri pezzi di carta o impulsi elettronici per divenire moneta. La banca preleva dal mercato, dalla generalità dei soggetti, un potere d’acquisto che essa non crea, e lo presta a un soggetto determinato, percependo da questo soggetto un interesse.

Orbene, questa trasformazione, questa acquisizione di valore, è un fatto economico reale, esattamente un ricavo della banca che emette la moneta primaria o quella creditizia. Un ricavo che, con i principi contabili vigenti, non viene contabilizzato. Conseguentemente abbiamo che la banca, quando eroga 100, dovrebbe, nel conto economico, registrare, a scalare:

ricavo da acquisizione di potere d’acquisto: + 100

costo da erogazione di potere d’acquisto: – 100

ricavo da acquisizione di credito: + 100

SALDO OPERAZIONE: + 100

Sotto gli attuali principi contabili, la prima registrazione non avviene, quindi il ricavo di 100 “sparisce” nella caverna sotterranea, non viene tassato, non si traduce in attivo patrimoniale, in possibilità di credito. Le sorti di questi ricavi non contabilizzati dovrebbero essere indagati. Probabilmente prendono la via di paradisi fiscali, dove riaffiorano, carsicamente, e sono impiegabili in operazioni speculative o in vantaggiosi investimenti reali.

Con questo concludo, ritenendo di aver perlomeno indicato in linee generali dove bisogna metter mano, se non si vuole sprofondare domani o fra una settimana nel buco nero dell’indebitamento. E di aver anche dimostrato la sostanziale impotenza, o il valore meramente dilatorio, delle altre opzioni sul tavolo.

Un’ultima osservazione: nel mondo l’aggregato del debito soggetto a interesse è di almeno 2 milioni di miliardi di Dollari, e l’aggregato degli interessi da pagare sicuramente supera i 100.000 miliardi, mentre il prodotto lordo globale arriva a 74.000 miliardi. Il servizio del debito esistente viene quindi pagato contraendo nuovo debito. Il mondo è un grande schema Ponzi, e non vedo altre vie che la riforma contabile suddetta, per prevenire che lo schema Ponzi scoppi in un global meltdown.

Marco Della Luna
Fonte: http://marcodellaluna.info
Link: http://marcodellaluna.info/sito/2013/05/12/alla-ricerca-della-liquidita-perduta/Mm
13.05.2013

Il Dio Quattrino esiste, eccome: eccolo

Preso da Byoblu Messora

Uno studio di tre scienziati a Zurigo, pubblicato sul New Scientist, dimostra che il famoso liberismo (neo o post che dir si voglia) non esiste: 147 superbanche controllano ogni cosa, qualsiasi comparto produttivo. Il 60% del reddito mondiale è così generato da 43mila multinazionali in competizione tra di loro solo virtualmente. E dove non c’è competizione, cade anche il principio del libero mercato.

Forse ora si capisce perché continuiamo a dare soldi alle banche di tasca nostra. I mille miliardi delle operazioni LTRO della BCE, pagati con il differenziale tra lo spread elevato (che salderemo noi) e l’1% al cui tasso le banche si sono rifornite di liquidità; il fondo salva-stati (MES)ìche si è trasformato in un fondo salva-banche; ma anche gli aiuti concessi dalla Troika alla Grecia, che sono finiti nelle tasche del Governo di Atene solo nella misura del 5%, mentre il resto è tornato alle banche. E tutto sulla base di previsioni ripetutamente inconsistenti della Troika sul Pil greco.

Byoblu (Claudio Messora) Monti ,il Mes un meccanismo di Unione Europea con le lobby di mezzo,e i 3 miliardi all’anno per 5 anni. Altro che Lusi


video Piccoli pezzetti di sovranità nazionale che se ne vanno
redazione
La commissione trilaterale è un meccanismo che come obbiettivo un unione politica dell’Europa, coi vincoli che ogni stato deve rinunciare a una parte di sovranità con delle politiche comuni, ma di fatto è composta di soggetti che provengono dall’economia.
Uno di questi è Monti, il mes è un fondo europeo con con i suoi vincoli quello che preoccupa che ci sono sono dove coopera un fondo privati con dei soggetti e banchieri e finanzieri Europei tra cui l’Aspen Istitute in cui troviamo Letta padre e Tremonti e Elkan che ovviamente penso che si faranno gli affari loro.
Quello che allarma che la cosa in Italia non è stata resa trasparente visti i precedenti Italiani desta parecchie preoccupazioni.
Non mi sembra un caso di come vengano propgandate certe opere e ultimamente Roma si è dichiarata disponibile per le olimpiadi, con portavoce Petrucci e nella sala Letta(ma guarda caso).
Byo blu Claudio Messora
Oggi non so da che parte incominciare. Dai 13 milioni che Lusi, tesoriere della Margherita, ha alienato in Canada e fatto rientrare dalla sua controllata “TTT” con lo scudo fiscale? O dal blitz di Pdl, Lega + franchi tiratori del PDmenoELLE che introducono, con una norma inesistente ovunque in Europa, il diritto per gli imputati a rivalersi direttamente sui magistrati che li hanno accusati e magari condannati? E perché non dalla Fornero, che lavora per smembrare l’articolo 18 entro 2/3 settimane al massimo perchè, si sa, il posto fisso è una noia mortale, quando sua figlia lavora nell’Ateneo dove lei e il marito insegnano e – come se non bastasse – fa la ricercatrice finanziata dalla fondazione HuGeF, a sua volta controllata dalla Compagnia di San Paolo, della quale la Fornero è stata vice-presidente fino al 2010? O vogliamo parlare del MES, questo sconosciuto e innocuo Meccanismo Europeo di Stabilità che ieri è stato cristallizzato nella sua nuova versione e firmato dai paesi dell’area euro?

Sono in uno stato di prostrazione e di imbarazzo profondo. Dovrei avere dieci blog che pubblicano dieci post e dieci video al giorno, ma anche 20 mani, 10 paia di occhi, 20 orecchie, 10 televisori e 10 cervelli in parallelo, con conseguente espansione della scatola cranica e consumo extra di suolo pubblico, solo per elaborare tutta questa serie di informazioni e darvene conto. Oppure basterebbero dei soldi. Tanti soldi, ma molto meno di quelli che ogni giorno spariscono nelle casse dei partiti sotto forma di finanziamento pubblico, per poi prendere le strade della Tanzania o del Canada.

Visto che ci stracciamo le vesti – giustamente – per 13 milioni di euro, ma nessuno parla dei 14,32 miliardi che – è ufficiale – pagheremo in un massimo di 5 anni, cominciamo dall’ultimo punto: il MES. Ecco il trafiletto che la cosa si merita sul Corriere della Sera.

Poche righe a pagina 11. Vuoi mettere le inchieste sulle etichette “salva privacy” per le ricette mediche, che hanno sprecato qualche milione di euro di fondi destinati alla Sanità? Se facciamo prime pagine per cifre a 6 zeri, mi aspetterei un mega paginone colossale affisso sulla facciata del Pirellone di Milano per quelle a 9 zeri, quantomeno per dibatterne l’opportunità. Ma così vanno le cose del mondo.

Aprite il pdf del Trattato che è stato approvato ieri (la ratifica entro luglio). Andate al primo allegato. Vedrete una tabella con le percentuali di contribuzione dei singoli paesi, che per l’Italia è del 17,9137%. Siamo i terzi maggiori contribuenti in assoluto. Poi andate al secondo allegato, ottava riga. Abbiamo un milione e duecentocinquantamila quote (1.253.959, per la precisione) e contribuiremo con la bellezza di 125.395.900.000 €. Dicasi 125 miliardi, come vado ripetendo dalla notte dei tempi. Ma non fa niente: continuiamo pure a fare le prime pagine su Rutelli, se proprio Martone non ne dice una delle sue.

Ora, se non volete leggervi tutto il trattato, andate al resoconto di quanto è stato deciso ieri al Consiglio d’Europa. Scoprirete che il capitale del MES ammonta a 700 miliardi e che, di questi, 80 andranno saldati subito. Bontà loro, in cinque anni. Ma ci fanno anche sapere che se facciamo prima è meglio. Il resto bisognerà corrisponderli non appena i 17 super governatori (tra cui Mario Monti) lo decideranno, insieme ad ogni altro aumento di capitale (quindi ben oltre i 125 della nostra quota parte) che verrà decisa a insindacabile giudizio dal MES. Cui nessuno potrà chiedere conto, essendo le sue sedi e i documenti personali di tutti i governatori assolutamente inviolabili e immuni a qualsiasi istituzione giustizia.

Facendo due conti, il 17,9137% di 80 fa 14,32. Il che significa che dovremo conferire (suona meglio che pagare) 14,32 miliardi cash in cinque anni. Fanno quasi tre miliardi all’anno.

Ora continuate a preoccuparvi dei vitalizi e delle auto blu. E mentre restate in apnea, ovvero confinati ai margini del dibattito che conta, concentrati su questioni secondarie come le battute di Monti e quelle di Martone, in Europa ci appendono per il collo senza che a nessuno di noi venga neppure l’idea di parlarne, come si converrebbe in una piena democrazia.