Un po’ di pudore (Marco Travaglio).

foto-marco-travaglio-servizio-pubblico-150x150Da Il Fatto Quotidiano del 12/04/2013.attualità

È vero che nei Conclavi soffia lo Spirito Santo, mentre di solito la battaglia per il Quirinale è scossa da ben altre ventilazioni, per non dire flatulenze. Ma la classe politica, quando c’era, ha sempre cercato di cogliere lo spirito del tempo nella scelta di chi per sette anni deve rappresentare la Nazione. Nel 1946, dopo la guerra civile armata tra fascisti e antifascisti e poi referendaria tra monarchici e repubblicani, si optò per una nobile e antica figura di giurista meridionale e monarchico: De Nicola. Due anni dopo, per l’avvio della ricostruzione, fu scelto Einaudi, purissimo intellettuale liberale. Poi toccò a un alfiere dell’apertura al centrosinistra Dc-Psi: Gronchi. E, dopo gli eccessi di quest’ultimo, si passò a un conservatore illuminato, autore della riforma agraria: Segni. Poi fu la volta di un socialista riformista, Saragat. A cui seguì, in una società in tumulto fra contestazione e strategie della tensione, un autorevole giurista fuori dai giochi: Leone. Dopo di lui, nell’Italia dei primi scandali e del terrorismo, i partiti riuscirono a elevarsi sopra se stessi confluendo sul partigiano Pertini, che restituì dignità e popolarità alle istituzioni screditate e attaccate. Cossiga rispondeva grosso modo alla stessa logica, ancora in pieno terrorismo, con le stimmate della dolente sconfitta sul caso Moro e una fama di onesto notaio: il presidente più giovane del-l’Italia repubblicana, eletto al primo scrutinio. Scalfaro nel ’92 passò a sorpresa grazie a una felice intuizione di Pannella, nel Paese squassato da Tangentopoli e dalle prime stragi di mafia. Ciampi, nel ’99, fu l’unico frutto sano della stagione malata dell’inciucio bicamerale. E Napolitano fu il tributo storico a un partito, il postcomunista, che non era mai andato al governo con un suo uomo dopo aver vinto le elezioni. Quale spirito del tempo inseguono, oggi, i partiti che si accingono a scegliere il dodicesimo Presidente, quando ormai la politica e le istituzioni sono meno autorevoli di un postribolo? Non si pongono proprio il problema. La selezione delle candidature non parte da un identikit che incarni un progetto, una visione, una speranza. Ma dal piccolissimo cabotaggio degl’interessi di bottega dei due sconfitti alle urne, Ber&Ber, con i loro 10 milioni di voti persi. L’uno ha bisogno di un Presidente che lo salvi dall’irrilevanza, dai processi e da un’ineleggibilità mai sancita, anche se prevista dalla legge che ne fa un parlamentare abusivo da vent’anni. L’altro ha bisogno di un Presidente che gli dia l’incarico pieno per un governo senza numeri né storia e blocchi per qualche altro mese la naturale sepoltura di una classe dirigente, quella del centrosinistra, che in vent’anni ha prodotto solo disfatte e fallimenti. Non occorrono un De Gasperi, un Fanfani, un Moro, un Nenni, un Berlinguer per capire che all’Italia di oggi serve un Presidente fuori dai partiti, un uomo di diritto e di cultura capace di ridare dignità e onore allo Stato, alle Istituzioni, alla Politica, in sintonia con la voglia di cambiamento che sale da molti cittadini. Invece si leggono “rose” di nomi deprimenti, come la sepolcrale cinquina che vedete effigiata qui accanto: Amato, uno che avrebbe dovuto scomparire già nel ’92 col suo amico Bettino, e anche in seguito non gli son mancate le occasioni; Violante, che vent’anni fa passava per il capo del partito dei giudici e oggi raccoglie i meritati elogi del piduista Cicchitto; Marini, un signore di 80 anni che da tempo sfuggiva ai radar e i più credevano sistemato a Villa Arzilla; la Severino, ministra di larghe intese e avvocato di larghe imprese, riuscita nel raro intento di abbassare le pene per la concussione in una legge denominata “anticorruzione”; e infine Grasso, un violantino in sedicesimo che, appena arrivato, già promette bene. Signori dell’inciucio, un po’ di pietà. E, se non è troppo pretendere, di pudore

Informazioni su piemontenews

aderente al ms5 Biella al comitato dell'Acqua pubblica

Pubblicato il aprile 12, 2013, in attualità, Uncategorized con tag , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

Lascia un commento